Un parere non vincolante ma che purtroppo spesso pesa. L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha detto no alla richiesta del Centro Studi Agricoli della Sardegna di prorogare la caccia al cinghiale. Una proroga con il solo sistema della battuta, sino al 13 febbraio comprendendo 2 domeniche (6 e 13 febbraio) ed un solo giovedì (10 febbraio) rispetto alla chiusura prevista per domenica 30 gennaio. Questa è stata la proposta avanzata da Tore Piana, presidente del Centro all’Assessore regionale all’Ambiente.
Piana aveva formulato l’ipotesi in questo modo: “In tutto il territorio regionale sono numerosissimi i danni all’agricoltura e significativa la perdita delle produzioni agricole causato dal numero elevato dei cinghiali. Inoltre assistiamo a frequenti incidenti stradali, con grave pericolo per l’incolumità dei cittadini ed il rilevante impatto sui bilanci pubblici per le somme dovute a titolo di risarcimento, essendo la fauna selvatica patrimonio pubblico.
Oggi la popolazione dei cinghiali si trova in squilibrio con le altre specie e questo crea enormi problemi di convivenza e salvaguardia delle specie selvatiche presenti in natura, afferma Piana. “ solo prolungando la caccia in braccata si può riuscire a diminuire il numero dei cinghiali e non con la caccia di selezione, come oggi si tenta di avviare, che abbatte solo un numero irrisorio di cinghiali rispetto a quelli che si abbattono in cacciate collettive. Per queste motivazioni, CHIEDO all’Assessore regionale all’Ambiente di deliberare a favore del prolungamento della caccia al cinghiale, previa convocazione del Comitato Faunistico Regionale e parere all’ISPRA”.