La riunione è stato un momento perfetto per scoprire che le preoccupazioni e gli obiettivi del comitato e dell’associazione sono caratterizzati da una sostanziale identità, in primis se si guarda alle prospettive delle armerie e dei loro clienti, cioè i tiratori, i cacciatori e i collezionisti. Il fine ultimo del loro operato è quello di permettere di continuare a praticare gli sport del tiro a volo e dell’attività venatoria, senza dimenticare il mantenimento delle collezioni.
Di conseguenza, si punta a tutelare gli operatori economici e a far raggiungere la prosperità ai loro negozi. Non ci sono state esitazioni, dunque, quando si è deciso di rendere ufficiale un rapporto di partnership e di collaborazione attiva tra Assoarmieri e il Comitato Direttiva 477. Che cosa significa questa alleanza? Gli attori si impegneranno a realizzare delle sinergie dal punto di vista della comunicazione e della operatività, in modo da consolidare l’azione comune di difesa dei diritti e degli interessi legittimi delle armerie e di chi è in possesso e utilizza le armi civili, sportive e da caccia.
Come si legge nel comunicato del Comitato, i titolari delle armerie, i tiratori, i collezionisti e i cacciatori hanno in comune l’importante condizione di essere stati certificati dalle istituzioni come cittadini e contribuenti irreprensibili, in pratica dei cittadini di serie A. Il lavoro congiunto servirà a rivendicare il requisito appena ricordato in ogni circostanza utile, sfruttando tutte le energie e tutti gli strumenti legali a disposizione.
Il Comitato Direttiva 477 ha voluto anche ringraziare il numero uno di Conarmi (Consorzio Armaioli Italiani), Pierangelo Pedersoli, per la sottolineatura del fatto che tra i produttori del nostro paese non esiste alcun pregiudizio per le cosiddette B7, le quali sono oggetto dell’accanimento ideologico di Bruxelles. Pedersoli ha rimarcato come sia fondamentale coordinare le azioni e gli sforzi delle associazioni di categoria nella prospettiva di tutelare interessi legittimi.