La decisione della Regione di ridurre l’area di ripopolamento a Collebrunacchi, annunciata dal sindaco di San Miniato, Simone Giglioli, scatena una dura risposta dalla sezione locale della Federazione italiana della caccia. «Le associazioni venatorie hanno avanzato la richiesta alla Regione Toscana, organo competente in materia, affinché modificasse il perimetro di quest’area – ha detto Giglioli – e l’amministrazione comunale si è messa al fianco dei cacciatori per dare più forza alla richiesta e aiutarli a raggiungere un risultato importante che va a beneficio del territorio». I cacciatori, però, non hanno gradito: «Siamo rimasti stupefatti dalle affermazioni del sindaco con cui esprime soddisfazione per l’iniziativa della Regione Toscana, come se fosse un suo merito, trascurando del tutto il percorso ed il lavoro svolto dalla nostra Associazione e dai cacciatori».
E ancora: «Ognuno si prenda i propri meriti e non si avvalga di meriti che non ha». Dal Comune avevano spiegato che «la Regione Toscana ha accolto la richiesta delle associazioni venatorie di ridurre i confini della zona di ripopolamento e cattura di Collebrunacchi, una richiesta promossa anche dall’amministrazione comunale di San Miniato, per consentire un migliore sviluppo della selvaggina nobile». In pratica, come illustrato da Federcaccia, nella stagione 2011-2012, le associazioni di cacciatori hanno proposto di «apportare sostanziali modifiche alla Zona di Ripopolamento, attraverso l’inserimento di nuove aree e la contemporanea riduzione di una vasta area che si identifica nella cosiddetta valle dell’Enzi, che va dalla Borghigiana alla confluenza del Torrente Enzi nel Torrente Egola».
Un’operazione che si sarebbe dovuta realizzare in tre step. Con l’abrogazione delle Province questo iter è stato rallentato. «La Federcaccia nel frattempo non è stata ferma, ma ha continuato a lavorare per cercare di raggiungere l’obiettivo prefissato». In più, «le continue lamentele e sollecitazioni degli agricoltori e cittadini, danneggiati dalla eccessiva presenza di determinate specie come cinghiali, caprioli e daini, unite al degrado ambientale in forte incremento in buona parte dell’area in questione e quindi non più idonea a rispettare i requisiti previsti per le caratteristiche di mantenimento della Zrc, ci hanno fatto continuare a proseguire con tenacia e perseveranza nel nostro obiettivo di riduzione della zona».
Il risultato è stato ottenuto, ma da Federcaccia dicono al sindaco che «è troppo facile ricordarsi dei cacciatori in situazioni di convenienza sfruttando l’occasione o ricordarsi ad intermittenza di questa categoria, ma è necessario un rapporto continuativo e strutturato con l’istituzione di un organismo di partecipazione, assieme a tartufai ed agricoltori, riconosciuto dal consiglio comunale». Una scelta politica a costo zero per gestione e tutela del territorio. «Tema che basandoci sugli esiti dell’ultimo incontro avuto nel palazzo comunale a luglio – dicono i cacciatori – non risulta essere di interesse per il Comune» (Fonte: Il Tirreno).