La selvaggina più dolce: è questa la definizione principale della carne di capriolo, da non confondere con quella del cervo, nonostante si tenda a pensare che i due ungulati siano simili per via dell’aspetto. Il capriolo ha un sapore deciso ma molto più delicato e permette di ottenere ricette raffinate e adatte a qualsiasi palato, anche il più esigente. Si presta benissimo alle preparazioni tipiche dei mesi autunnali e di quelli invernali, una prelibatezza che rende speciale un pranzo o una cena.
Per questo motivo e per la sua particolarità la carne di capriolo è ambita dai cacciatori che anche durante l’uscita venatoria vivo un’esperienza indimenticabile in cui la parola d’ordine è emozione.
Ogni esperto dell’arte venatoria di misura con questo animale mettendo a frutto le sue caratteristiche. Ci sono cacciatori che preferiscono la cerca. Questa permette di muovendosi all’interno del bosco per cogliere di sorpresa l’animale che si trova tranquillo in natura. In questo caso per attirare l’animale si possono posizionare delle sacche di sale sugli alberi, perché come molti ungulati ama il sale, quindi una volta scoperto tenderà a rimanere in posizione. Questo consentirà al cacciatore di osservarlo con i cani. Una caratteristica della caccia da cerca infatti è quella di essere veloce e rapida, pronti ad inseguire la preda.
Per i cacciatori che invece amano attendere, la caccia all’aspetto è la preferita. La caratteristica principale per dedicarsi a questo tipo di attività è quello di avere pazienza e ottime capacità d’osservazione. Il cacciatore sceglierà il suo posto preferito caratterizzato da accessibilità, visibilità e possibilità di mimetizzarsi in attesa dell’arrivo del capriolo, pronto a sorprenderlo.
Un altro tipo di caccia che porta l’esperto dell’arte venatoria a conquistare la sua preda è quella a fischio che si svolge principalmente durante i mesi estivi, in particolare tra luglio e agosto.
Con questo tipo di caccia, si imita il fischio della femmina in calore che immancabilmente attira il maschio di capriolo. Il fischio è un segnale ben distinguibile che ha un significato preciso ed è decisamente diverso dallo “scrocchio” che è invece un verso d’allarme e quindi può mettere il cervo in fuga perchè avvisato del pericolo.
Le qualità della carne di capriolo
Una volta che il cacciatore si è dilettato nella battuta di caccia che gli piace di più e ha conquistato la preda, è arrivato il momento di consumare la carne.
Questa, infatti, è particolarmente ambita perchè ha quel caratteristico sapore selvatico, meno accentuato rispetto a quella di cervo, che spinge molti a cercarla e a dilettarsi con ricette sempre nuove.
Oltre al sapore, la carne di cervo non deve essere sottovalutata per l’apporto nutrizionale. Questa è ricca di sostanze nutritive con una percentuale di grassi minima, che è sostituita da proteine e vitamine del gruppo B nonché il ferro importante per l’organismo.
Anche se una volta che si è cacciata, non si vede l’ora di consumare la carne, come tutta la selvaggina è meglio farla marinare per alcune ore in una soluzione di acqua, vino e aceto, per eliminare l’odore di selvatico e ammorbidire le carni.
La carne di capriolo difficile da trovare in commercio, solitamente è disponibile direttamente presso i cacciatori o macellerie specializzate, è disponibile sia fresca che surgelata. Mentre la prima ha bisogno della frollatura che ricade sul macellaio o su chi la commercia, la carne congelata deve essere messa in frigo e assicurarsi che ci sia un processo di scongelamento graduale.
Oltre alla carne, la ricetta che vi presentiamo presenta altri ingredienti tutti con caratteristiche particolari, che fanno bene al corpo. Tra questi non bisogna sottovalutare i benefici del coriandolo.
L’erba aromatica ampiamente utilizzata in cucina oltre ad arricchire i piatti con il suo sapore inconfondibile, è molto versatile e ricca di proprietà.
Il coriandolo è in grado di insaporire in modo naturale ogni piatto, tanto che arricchisce molti piatti orientali. Il colore verde brillante, che ricorda molto il prezzemolo regala un tocco in più, anche dal punto di vista estetico al piatto.
L’erba aromatica, inoltre può essere usata per proteggere il nostro organismo in modo naturale. Le proprietà antibatteriche, rendono il coriandolo un vero e proprio antibiotico naturale, efficace contro i batteri più resistenti. E’ possibile estrarre anche un olio che può essere utilizzato per curare infezioni e tossinfezioni alimentari ed è una potente arma contro lo stafilococco aureo meticillino-resistente. Inoltre, non è meno efficace nei confronti dei funghi e di altri microrganismi.
Il coriandolo ha proprietà importanti che permettono di agire in modo positivo sul nostro apparato intestinale. Funziona come tonico contro il senso di stanchezza e apatia. Tutte queste proprietà sono ricavate dalla presenza al suo interno di vitamine, sali minerali e fibre, oltre che antiossidanti, oli essenziali e altro.
Ora che abbiamo capito le varie tecniche venatorie per catturare il capriolo e abbiamo conosciuto alcune delle caratteristiche e dei benefici di un ingrediente semplice ma importante come il coriandolo, non ci resta che scoprire gli altri elementi della ricetta e il procedimento.
Anche se sembra difficile, in realtà il primo piatto non ha una difficoltà molto alta e abbiamo bisogno di circa 60 minuti per la preparazione.
Vediamo cosa ci serve
Ingredienti per le crespelle
1 grosso uovo fresco
50 g di farina
1,25 dl di latte fresco
semi di coriandolo in polvere
olio extravergine d’oliva
sale
porro
per il ripieno
120 g di polpa magra di capriolo tritata
1 tuorlo freschissimo
1 cucchiaio di panna liquida fresca
60 g di burro
80 g di ricotta vaccina fresca
1 cucchiaio di pangrattato
grana padano grattugiato
olio extravergine d’oliva
cannella in polvere
sale e pepe
Preparazione
La prima preparazione a cui dedicarsi è quella delle crespelle. Quindi come prima cosa prendete una ciotola e sbattete all’interno un uovo intero con la farina setacciata, un pizzico abbondante di sale, un pizzico di polvere di coriandolo, seguendo i vostri gusti ed infine il latte.
Con una frusta a mano o con il frullatore, se preferite avere un risultato in poco tempo, amalgamate fino a ottenere un composto liscio, privo di grumi.
Preparato il composto, non resta che realizzare le crespelle. Mettete una padella antiaderente del diametro di 16 cm sul fuoco e ungetela con dell’olio o del burro, in base alle vostre preferenze.
Quando la padella sarà calda versate un mestolino di composto facendo attenzione a coprire tutta la superficie. Una volta diventata dorata, giratela sul lato opposto e continuate la cottura fino quando non sarà pronta.
Mentre fate cuocere le crespelle, preparate il ripieno. Prendete la polpa di capriolo tritata. Se volete un risultato grossolano, potete tagliarla al coltello, se invece volete un macinato più fine, potete farlo fare direttamente dal macellaio.
Aggiungete alla polpa il tuorlo, il pangrattato, il grana grattugiato, la panna, il sale, il pepe e un pizzico di cannella e continuate a lavolarla fino a quando gli ingredienti non saranno tutti amalgamati.
A questo punto formate delle palline, passate nel pangrattato, e fatele saltare in una padella antiaderente con un cucchiaio di olio e 20 g di burro fino a quando non saranno rosolate su tutti i lati. Lasciatele intiepidire e quando saranno sufficientemente fredde aggiungetele alla ricotta setacciata e salata.
Sbollentate le foglie di porro e tagliatele in striscioline nel senso della lunghezza. Riempite con il composto di ricotta e polpette di capriolo le crespelle, unite i lembi e chiudetele a saccottino utilizzando come filo le striscioline di porro.
Disponete i pacchettini in una pirofila imburrata, spennellateli con il burro fuso e passateli per pochi minuti in forno già caldo a 200° per un gratinatura croccante.