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Nessuno aveva mai osato tanto in Val Trompia, il primo è Sabatti. Il progetto “Sabatti World on Tour” è unico nel suo genere, portare i lettori di Caccia Passione a vivere gratuitamente esperienze di caccia e tiro così diverse ha reso felici tutti e ha permesso di immergersi alla scoperta dei 4 Mondi Sabatti.
Autunno andiamo è tempo di migrare… scriveva il Vate: noi aggiungiamo sommessamente che è tempo di cacciare seguendo la passione atavica che lega l’Uomo alla Natura. Così nella forte cornice della Maremma toscana, in provincia di Grosseto un cospicuo numero di adepti della dea Diana è stato ospite dell’organizzazione curata dalla rivista Caccia Passione per conto della Sabatti che ha messo a disposizione l’accoglienza per la sera di sabato e per la giornata di domenica 1 e 2 di ottobre.
Dieci in particolare gli invitati che per tempo si erano prenotati gratuitamente, così come dieci le versioni della Nuova Rover che sono state loro affidate per la giornata anch’essa totalmente gratuita e offerta a tutti i presenti, dall’accoglienza alla partecipazione alla caccia, così come pranzo, lavorazione degli animali prelevati e tutto quello che può risultare durante la partecipazione a un evento così straordinario come il SABATTI WORLD ON TOUR.
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Scopo del progetto, oltre a far conoscere i 4 Mondi Sabatti era quello di mettere in connessione la Casa, con gli armieri sul territorio e gli affezionati al Brand Sabatti.
Questo incontro maremmano ha avuto dalla sua una favorevole situazione del clima, dopo una pioggia fortissima caduta all’inizio della settimana, disastrando parecchi camminamenti e carrarecce per cui l’organizzazione Caccia Passione e Sabatti ha dovuto faticare parecchio per ripristinare rapidamente tutto e permettere di vivere ai dieci partecipanti giunti da tutta Italia isole comprese, l’esperienza del Sabatti World on Tour.
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Matteo Galdi, titolare dell’Azienda Agri Turistico Venatoria “Campo della Pigna”, con il suo spirito maremmano e la grande praticità, anche in veste di Capocaccia, ha orchestrato magnificamente la giornata di caccia. Ottima performance anche per tutti i suoi collaboratori che hanno supplito magnificamente ai dispetti del meteo e tutto s’è svolto con regolarità e soddisfazione.
La domenica di caccia
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Due soli i colpi per ogni passaggio di animali, quindi uno in canna e un altro nel caricatore, da ripristinare per un eventuale successiva occasione: insomma i patapim e patapum ovvero le scariche di fucileria su un capo o su un gruppetto non sono ammesse e ci pare una decisione più che sensata. Se si ha cognizione dei soli due colpi a disposizione si è portati a usarli con maggior oculatezza e precisione, indirizzandoli con arte e precisione sul bersaglio, bersaglio che è e rimane pur sempre un essere vivente a cui va riservato rispetto anche nel decretarne la fine. Diversi fuoristrada accompagnano i postaioli e tra vicini ci si scambiano sguardi d’intesa e poche parole, specie se capita la fortuna di aver accanto un personaggio con le stesse nostre inclinazioni venatorie che vedono come assoluto il camoscio. Qui si apprezza altro e la diversità è sempre un arricchimento: importanti sono la passione, la dedizione e la conoscenza specifica che si pongono nell’azione di caccia per cui la Maremma e i Maremmani sono maestri avendo creato negli anni un sistema venatorio codificato e noto dappertutto: la caccerella maremmana appunto.
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Siamo sul palco
Eccoci piazzati con minima fatica: alle spalle un bosco bello fitto verso cui è vietato sparare, ma in cui sarebbe davvero improbo trovare un pur minimo varco in cui indirizzare un colpo. Anche la Natura fa da garante alle prescrizioni di sicurezza. Gli ultimi rami proteggono dai raggi del sole evitando riverbero e fastidio all’osservazione della zona di sparo, una ripida discesa di fronte a noi mantenendoci in una zona di mezza ombra ottimale per risultare poco visibili. Al segnale si inserisce il caricatore camerando subito dopo la prima cartuccia: pronti e si dia inizio alla battuta. Non trascorre molto tempo e quella che rimane la nota più marcata, stimolante e avvincente di questa situazione rimbomba nelle vallette e nei botri: la canizza mette in moto un surplus di adrenalina, accelera il battito cardiaco, pone ansia e speranza, acutizza lo sguardo, fa ricontrollare la posizione dell’anello degli ingrandimenti nel cannocchiale Sight Mark curando di averlo al valore minimo, tanto si sparerebbe a una trentina di metri o poco più, e quindi fa gioco massimamente l’ampiezza del campo visivo.
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Il bollino rosso della nuova Sabatti Rover segnala che la sicura non è inserita, il manubrio dell’otturatore viene ripassato con il palmo della mano, si prova l’imbracciatura fino a che lo scagnare dei cani si perde in altra direzione rimettendoci in situazione di maggior calma. La poesia, che tale è davvero, si ripete più e più volte, gli spari da altre poste, saranno almeno una ventina a fine mattinata, contribuiscono a stimolare continuamente l’attenzione coltivando la speranza che a un certo momento tocchi anche a noi di far fuoco. Trascorrono le ore e purtroppo nessun capo si è palesato nel nostro ambito: arriva il segnale di fine battuta, si scaricano i fucili e si ripongono le cartucce negli zaini.
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I fuoristrada riappaiono sulla scena recuperando i cacciatori: si rientra così alla casa di caccia, quelle costruzioni in legno tanto spartane quanto funzionali, ma soprattutto piene di fascino e di ospitalità. Un pranzetto di specialità locali con formaggi, salumi, i mitici crostini toscani, seguito da salsicce e bistecche alla brace, insalata mista e dolci familiari ristorano gli astanti: va dato un cenno ai vini locali di bella levatura, in specie per il nostro gusto una base di Sangiovese vinificato in modo egregio da enologi capaci e competenti appaga il palato.
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La gara del pomeriggio
Dopo le catture della mattinata nel pomeriggio si dà luogo a una competizione: si spara in piedi con le carabine Sabatti Rover avute in dotazione a un piattello, quelli da tiro a volo, posto a terra a una sessantina di metri in un supporto. Un provvido cavalletto funge da appoggio anteriore su cui porre il fucile. Quelli che hanno colpito il bersaglio si disputano la finale sparando a braccio sciolto a un altro piattello posto a una quindicina di metri: non facile e in effetti tre arrivano nella classifica di merito: sono Luca G., Angelo S. e Franco G.
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Come premio ognuno avrà a disposizione un daino maschio, con un trofeo che fa già la sua bella figura, da catturare da un’altana adeguata. Qualche tiro non è proprio perfetto, ma si riesce a doppiare con buon esito finale così che i tre ospiti raggiungono lo scopo delle loro catture. La spartizione segue le regole e l’efficienza proprie del luogo così che al calar del sole ci si saluta ripromettendoci l’un l’altro di mantenere il collegamento via mail.
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Bellissima giornata ed eccellente quest’ultimo risultato di aver avvicinato persone nuove avviando ennesime amicizie: uno degli elementi fondamentali della caccia.
Grazie quindi all’organizzazione e soprattutto alla Sabatti che ha reso possibile tutto questo mettendo a disposizione della brigata venatoria i 10 modelli in cui viene proposta sul mercato la nuova Rover
Una canna rigata pensata e studiata per un ampio ventaglio di impieghi grazie ai suoi allestimenti ben differenziati che seguono le diverse tendenze di utilizzo, dove rimangono fisse la costante dell’affidabilità e il pregio della precisione.
Arrivederci al prossimo SABATTI WORLD ON TOUR.