Tanto di cappello e apprezzamento incondizionato quello da attribuire alla Sabatti che in tempi non certo facili spazia con l’occhio e con la mente verso quegli orizzonti che richiamano a tutti gli appassionati delle grandi caccie le “Verdi colline d’Africa” di Hemingway. La proposta recentissima è proprio dedicata a quei selvatici emblematici che, nella lingua inglese comune sotto ai cieli australi, sono detti The Big Five, i Cinque Grandi che meritano di venire citati uno per uno principiando dall’elefante per toccare il leone, il rinoceronte, il bufalo e il leopardo. La pericolosità dei diversi soggetti consiglia una dotazione di fisico scattante, occhio allenato, sangue freddo e capacità di tiro del tutto sopra la media: insieme sarà doveroso avere fra le mani un fucile che risponda appieno alle esigenze di quei momenti in cui ci si ritroverà a tu per tu con questi fantastici abitanti della savana.
Le caratteristiche si possono concentrare in un’arma di calibro decisamente esuberante a ripetizione ordinaria per disporre di più colpi, ma i Signori della situazione affidano a due colpi, sicurissimi e in rapida successione, la loro vita e, se Cacciatori Professionisti, quella dei loro clienti. La strada tracciata a fine Ottocento dai Maestri britannici fa ancora scuola perché, ad onta delle moderne esecuzioni quasi del tutto scevre di rischi dovuti a malfunzionamenti, il mancato sparo di una carica dovuto ai diversi motivi che lasciamo immaginare, richiede il movimento dell’otturatore girevole scorrevole con dispendio di tempo e cambio di postura almeno della mano destra, quella che poi deve nuovamente agire sul grilletto. Affiancare due fucili identici e speculari, dotati di batterie o acciarini separati e di due grilletti consente di far partire in un attimo il colpo della seconda canna se il primo ci ha traditi, parimenti di doppiare il primo colpo per stoppare la carica di un selvatico che può rapidamente invertire i ruoli passando lui come cacciatore e ponendo noi come preda.
L’impostazione tecnica
Si sono viste in questi ultimi decenni varie soluzioni intese soprattutto a fornire ai cacciatori di cinghiali, e di altra selvaggina nostrana insidiata in braccata, dei due canne rigate camerati d’abitudine nei calibri tedeschi a collarino, con predilezione per lo storico 8×57 IRS per salire fino al 9,3x74R. La bascula è ricavata da quelle per le canne lisce, con alcuni accorgimenti per migliorarne la resistenza, ma per le cartucce africane dove gli Inglesi hanno sempre dettato legge, è necessaria una bascula dimensionata e strutturata appositamente: la Sabatti ha affrontato il tema con la solita sagacia portando a compimento un express che può giustamente vantare il suffisso Big Five.e lo ha fatto lavorando tutto in casa, disponendo di controlli passo dopo passo che assicurano il risultato.
La bascula parte da un massello forgiato di acciaio ad alta resistenza lavorato su macchine a controllo numerico garanti dell’assoluta precisione esecutiva. Le forme ricalcano quelle di Holland & Holland con forti ispessimenti ai fianchi, specie nel punto critico sotto alla giunzione delle linee faccia e tavola, dove lo sforzo sotto sparo tende a far flettere la parte orizzontale. Gli acciai attuali garantiscono resistenza e resilienza, cioè un impedimento pressoché totale alla flessione e il ritorno al punto zero se questa dovesse verificarsi. Le canne vengono ricavate da barre di acciaio al cromo molibdeno, già bonificate con trattamento termico dal produttore, e quindi rigate per rotomartellatura a freddo: la resa balistica e di durata è migliore rispetto alle normali canne in acciaio al carbonio.
La giunzione avviene con il sistema del monobloc di culatta da cui si ricavano anche i due tenoni inferiori in cui si impegna il tassello di chiusura azionato dalla chiave. Completano il fissaggio le due bindelle saldate con speciali leghe ad alta resistenza per ovviare alla frequenze vibratorie. L’anima dell’express è nella convergenza delle canne che devono sparare nello stesso punto a una distanza predeterminata, qui prefissata in 70 metri: i moderni mezzi elettronici forniscono un pregevole aiuto, ma è la mano dello specialista che determina l’angolo giusto, con legature in ottone e piccoli cunei distanziatori procedendo da ultimo alla saldatura. Davvero un’opera da Maestri.
Le mire aperte, quelle tradizionalmente impiegate su tali fucili, vedono il mirino montato su un robusto supporto sopraelevato e la tacca a V aperta composta da una L coricata incassata nella bindella: il braccio corto sottende la distanza minore (solitamente 50 m) mentre due fogliette abbattibili permettono l’ingaggio del bersaglio a distanze superiori. Si possono far montare i riferimenti in fibra ottica colorata o, tramite un intaglio nella bindella superiore, montare le basette di un’ottica.
Calciatura, scatto, sicura e estrattori
La calciatura in due pezzi è ottenuta da noce selezionato per struttura e andamento della vena; c’è pure la parte estetica, che non guasta, ma la preminenza va data alle due caratteristiche anzidette. Un legno sottoposto a questi sforzi non deve mai fessurarsi e assorbire il pesante rinculo restituendolo in modo adeguato alla spalla del cacciatore. Il poggia guancia, gli angoli di piega e vantaggio, il calciolo in morbida gomma rossiccia (un obbligo per questa tipologia di fucili) e l’asta a coda di castoro consentono di padroneggiare l’arma con la certezza di mandare il colpo là dove si desidera.
L’impugnatura a pistola offre una presa corretta alla mano: per restare in tema di express la guardia dovrebbe prolungarsi nel guardamano seguendo la curva dell’impugnatura e terminando al bordo della coccia metallica. Pregevole la verniciatura a olio con effetto mezzo lucido, adeguata ad esaltare la classe del fucile mentre le superfici metalliche riportano incisioni a laser composte da ramages in stile rinascimentale e scene con soggetti africani come il leone e il bufalo.
Le batterie interne hanno scatti perfettamente tarati e si possono richiedere i due grilletti come il grilletto singolo non selettivo. La sicura è a tastino posta dietro alla chiave mentre gli estrattori manuali possono venir soppiantati da quelli automatici. Per concludere la nuova realizzazione della Sabatti si rivela un pezzo importante dell’archibugeria e sarà davvero interessante sperimentarlo al tiro con quei calibri che hanno punteggiato la storia della caccia in Africa.