Sabatti SKL-20 è un basculante monocolpo specificamente inteso per la caccia alpina che, mantenendo gli stilemi classici delle carabine rigate kipplauf, trae vantaggio dai materiali e dalle tecnologie più moderne per migliorare ulteriormente la leggerezza e la precisione che caratterizzano questa tipologia di armi.
Per un fabbricante di fucili a canna rigata disporre a listino di un kipplauf di ultima generazione risulta oggi quasi un imperativo vista la diffusione di tale tipologia che coniuga, grazie alla recente rivisitazione dell’impianto Jäger, una precisione intrinseca di notevole livello insieme alle caratteristiche peculiari del monocanna basculante: dimensioni e peso contenuti. Un breve sguardo al passato vede i basculanti gardonesi, sovrapposti o a canna singola, dotati dell’impianto che proprio dalla città armiera ha preso il nome con il doppio tenone appaiato, posto dietro al traversino fisso ricavato all’interno del dorso, nelle cui mortise si incunea il tassello mosso dalla chiave e posto in basso nella faccia di bascula. L’esecuzione risulta meno costosa di quella classica con i due tenoni in tandem e la chiusura con la doppia Purdey, ma non soddisfa pienamente i puristi.
Riprendere in esame il progetto dell’armaiolo tedesco Jäger ideato nei primi anni del XX secolo, ha consentito per prima cosa di ovviare a certe originarie carenze di resistenza impiegando i moderni acciai di maggior caratura con i trattamenti termochimici a zona, in seguito di industrializzare la realizzazione passando su moderni macchinari a controllo numerico un notevole numero di operazioni: ne beneficia la precisione esecutiva, la ripetitività, il rendimento balistico e, fattore sempre di marcata attualità, la spesa decisamente più contenuta di quella che apparirebbe con le lavorazioni tradizionali e magari una doppia Kersten da aggiustare manualmente come da prassi in vigore fino a poche diecine di anni fa nei pezzi più sofisticati della produzione austriaca e tedesca. Il Modello SKL 20 della Sabatti è improntato a tale meccanica, ma dall’azienda gardonese è un piacevole obbligo aspettarsi qualcosa di più della semplice riproduzione di uno standard.
SABATTI SKL 20 – La meccanica
L’impostazione è oramai nota e ne diamo un accenno per sommi capi: rispetto alle produzioni in atto il monoblocco di culatta di questo Sabatti SKL 20 presenta una lunghezza contenuta e una sezione rastremata verso l’alto, quasi a forma di trifoglio. Tale componente in acciaio viene lavorato per ricavare la sede della canna e gli elementi di tenuta e chiusura come la tasca nell’estensione superiore di culatta e i due tenoni inferiori: a questi si aggiungono, peculiarità di tale impianto, due fori ciechi a fianco della culatta della canna.
Passiamo all’osservazione della bascula, lavorata da un blocco di Ergal: dalla faccia sporgono, mosse dalla chiave, due spine coniche, quindi a recupero automatico del gioco, per l’inserimento nelle sedi a fianco della culatta della canna. Nella sezione a U vengono ricavati due pozzetti separati da un setto intermedio: in quello posteriore è imperniato il blocchetto oscillante in acciaio cromato foggiato a L, pieno nella parte verticale attraversata unicamente dal foro del percussore e con profilo superiore a semicerchio, e con uno scasso quadro nella porzione orizzontale in cui si inserisce il tenone più arretrato. Nel pozzetto anteriore trovano posto due inserti in acciaio: un blocchetto a C squadrato e coricato, sede del primo tenone dotato dell’incavo di aggancio per il perno di rotazione canne, e più avanti un particolare elaborato con funzione da giro di cerniera e da punto di spinta per l’estrattore.
Sulle due metà della tavola, appena davanti all’angolo formato con la faccia, spiccano due inserti in acciaio fermati da piccole brugole: come si nota in Sabatti stanno molto attenti ai contrasti fra particolari in tale metallo e quelli in lega di alluminio per evitare usure precoci e prese di gioco. Già alla presentazione della carabina Saphire veniva fatto notare l’inserto in metallo duro nel profilo posteriore del ponte, dove il contrasto con il manubrio per l’estrazione primaria avrebbe creato una smussatura rapida del castello in lega leggera. Attenzioni non da poco, specie per coloro che spareranno molti colpi.
Ancora un cenno all’esterno della bascula per osservare i fianchi spianati con i due coperchi stondati del perno di rotazione delle canne, la linea della testa raccordata al profilo del monoblocco e l’inserimento centrale della chiave di apertura, appiattita e piuttosto squadrata dove i bordi ben smussati evitano fastidi nella manovra. Il dorso scatolato e con bordi arrotondati accoglie tramite incastri la guardia di gradevole disegno e giusta ampiezza per sparare anche la mano guantata.
SABATTI SKL 20 – La canna e le mire
La canna ricavata da acciaio al carbonio mostra una sezione cilindrica con leggera conicità: vengono proposti diversi calibri interessanti e la nostra opzione è finita sul tradizionale 6,5x57R a cui la lunghezza di 60 cm consente di esprimere ottimi risultati. In volata si evidenziano una corretta finitura con ribasso stondato e una flangia avvitata per l’eventuale montaggio di un freno di bocca o di un soppressore di suono. La rigatura è un altro fattore poco appariscente quanto efficace per la precisione di tiro: la foratura MRR (Multi Radial Rifling) brevettata da Sabatti si è rivelata una soluzione egregia per il miglioramento di diversi fattori come la precisione intrinseca, il padroneggiare tipologie e pesi diversi di palla, incremento della velocità a pari condizioni, minori depositi parassitari e conseguente maggior facilità di pulizia.
Su zoccoli rialzati sono montate le mire metalliche con una tacca tipo Williams a visuale simile alle buckhornstatunitensi e con incavo centrale a U: una doppia coda di rondine consente l’elevazione sulla rampa inclinata, dotata di riferimenti bianchi, e la traslazione in deriva. Il mirino a grano è parte integrante dello zoccolo fermato allo spessore della canna tramite una brugola. Ancora un particolare ricavato dal monobloc è la slitta di aggancio per la base dell’ottica di cui riserviamo la descrizione nelle prove di tiro: anticipiamo come l’impianto sia dei F.lli Contessa, togliendo magari quel poco di curiosità, ma dando certezza che, anche per questo, si parlerà di un lavoro di eccellenza tutta italiana.
SABATTI SKL 20 – Batteria, scatto e calciatura
Immancabile oramai la batteria azionata dall’Handspannung, il lungo tasto a slitta posto dietro alla chiave e sulla codetta superiore di bascula: la pressione in avanti fino al bloccaggio arma la batteria interna dotata di molla a spirale. Il sistema consente, in posizione di disarmo, la marcia in piena sicurezza con cartuccia incamerata: si arma quando già si è in punteria e, dovendo rimandare il tiro, una leggera pressione indietro o l’azionamento della chiave riporta tutto in posizione di tranquillità. Pari effetto di disattivazione si verifica per un forte urto, ad esempio una caduta. Lo scatto è demandato a un grilletto giustamente arcuato e di ampia superficie di appoggio per il dito: è nota la nostra predilezione per lo stecher, ma questo impianto a sgancio diretto ci ha pienamente convinti.
L’esperienza Sabatti nei fucili da tiro a lunga distanza viene a galla con questo meccanismo che mostra uno sgancio privo di qualsiasi vizio o difetto, compreso il fastidioso collasso di retroscatto. Parimenti ottimale il peso tarato in fabbrica, intorno a 1070 g, con una costanza esemplare su scarti di un paio di diecine di g. Insistiamo su questo particolare che conta sempre molto per tutti i fucili, ma che su un kipplauf conta ancor di più: questa tipologia d’arma va ben controllata al tiro con quella maestria che si apprende agli inizi del rapporto frequentando un poligono con un bravo maestro. In un’ideale votazione da uno a dieci a questo pacchetto di scatto daremmo… un undici tanto ci è piaciuto nelle diverse sessioni di prova che prossimamente esporremo.
Nella calciatura si apprezza la compattezza delle fibre e la disposizione in asse con la forza del rinculo, la chiusura dei vasi mineralizzati, l’aspetto gradevole per tinta di fondo e fiammature anche se l’imprimitura e la vernice semiopaca oscurano un poco l’insieme. Va notato però come l’intendimento sia di fornire un fucile per impegni gravosi quindi un certo tono austero calza a perfezione. Le linee concedono alla patria di origine il dorso alla bavarese che appaga l’occhio in due modi: quanto ad estetica e quanto a funzionalità ponendo l’asse visivo del tiratore in parallelo con quello del cannocchiale. L’impugnatura a pistola estesa in lunghezza e con la coccia inclinata pone mani di diverse dimensioni nella condizione ideale per fermare in modo acconcio il fucile e agire correttamente sul grilletto. Uno spesso calciolo in morbida gomma nera attutisce il rinculo e offre un buon appoggio a terra.
La forma dell’asta sotto canna sottostà a una sezione prismatica che subito si arrotonda con fianchi alti per consentire la giusta presa in un eventuale tiro alla corsa o dando un conveniente sostegno per l’appoggio sullo zaino per quello a fermo. All’interno è incassato il testacroce dove spicca il puntone squadrato e con incavo tondo che insiste sul perno di rotazione posto nella bascula: una brugola consente la regolazione del tiraggio. Detto puntone è parte del lungo scatolato in cui si cala il particolare a prisma fissato sotto alla canna la cui posizione, regolabile longitudinalmente, agisce sul dente di aggancio comandato da un pulsante posto all’apice dell’asta. La funzione aggiuntiva di questa soluzione sta nel mantenere ben ferma l’asta senza che influisca sulle vibrazioni della canna. Completano la dotazione un pregevole zigrino manuale a passo medio fine, apprezzabile nelle sue cuspidi su cui la mano sta ben ferma senza subire fastidio, e le due magliette portacinghia fisse e snodate.
SABATTI SKL 20 – Conclusioni
Rimandiamo a un prossimo brano, che seguirà tra breve, l’esposizione delle giornate ben spese in tre diversi poligoni di tiro: anticipiamo che i risultati sono stati molto appaganti grazie anche all’ottica Sight Mark “Citadel” e all’attacco Contessa su cui focalizzeremo l’attenzione in abbinamento al brano sulla balistica di questo SKL 20. Quanto al fucile pensiamo ci sia poco da aggiungere: l’aspetto complessivo ci piace e troviamo adeguata la scelta del calcio alla bavarese per i motivi espressi poco sopra, anche se qualche cultore vedrebbe bene una soluzione un po’ diversa: magari la si potrebbe offrire in opzione.
Sui particolari tecnici rileviamo una cura che implementa sostanzialmente l’impianto di base, riferendoci soprattutto a tenute e chiusure, sottolineando poi la rigatura MRR, vanto e garanzia della Sabatti. Da ultimo osserviamo la quotazione pari a 2.170,00 € assai competitiva nei confronti di parecchi concorrenti visto e acclarato quel che sottende nei materiali e nell’esecuzione. Un appuntamento differito per le prove di tiro sibilando in un orecchio che rosate di tre colpi a 100 m in 20 mm sono risultate la norma.