La Sabatti con la presentazione della carabina denominata Nuova Rover ha inaugurato i locali di Sarezzo scelti come Sala Espositiva: il discorso dell’Ing. Emanuele Sabatti è stato come sempre molto circostanziato e di forte interesse per il pubblico presente. Il nuovo fucile prende avvio dalla considerazione aziendale di formare una squadra per affidare a più elementi le idee, gli studi e il conseguente confronto per giungere a una ponderata decisione finale. Il successo commerciale condotto proprio dal settore delle canne rigate ha richiesto la ripartizione di alcuni incarichi di alta responsabilità su più personaggi, alcuni già in azienda, altri di recente ingresso con mansioni specifiche, adeguate all’estensione del lavoro. Nel settore tecnico produttivo le persone già vicine all’Ing. Sabatti assumono una diversa autonomia, nel comparto di immagine e di rapporto con una certa clientela la Signora Cristina Abbiatico controllerà proprio la Sala Espositiva, che oramai va sotto la dicitura anglofona di Show Room cui si somma il Custom Shop, quell’area dove i clienti con particolari esigenze potranno rivolgersi per ottimizzare la propria arma; in seguito verrà avviata anche un’Academy in cui svolgere attività didattica e promozionale.
In poche parole abbiamo sintetizzato l’aggiornamento del futuro operativo della Sabatti: come sempre lo stile di Gardone, anzi di Inzino, si basa su concetti molto chiari, espressi in termini concisi, ma carichi di innovazioni tecnico operative. Per avviare il discorso specifico sul nuovo fucile non possiamo tralasciare l’onda verde, o green che dir si voglia, che qui non è un modo di dire, ma un concreto modo di fare: visto che in azienda si era giunti al momento di rifare il tetto ecco in opera la copertura a pannelli fotovoltaici che consente un cospicuo risparmio energetico dalle fonti usuali, passando a quelle solari. Dato che qui una cosa si mette in atto e già se ne pensa ad un’altra l’immediato futuro vede l’ampliamento ad un altro corpo aziendale di questo impianto per raggiungere quasi totalmente l’autosufficienza in termini di kilowattora utilizzati e autoprodotti. Anche qui espressioni verbali contenute al minimo affiancate però da realtà operative di pronto impiego.
Gli obiettivi della Nuova Rover
Nella proposta odierna rimane il nome che circa quarant’anni fa ha portato la Sabatti nel mondo delle carabine con azione girevole scorrevole, quattro decenni in cui la base tecnica fondante è rimasta uguale a se stessa dimostrando la bontà del progetto iniziale.
Oggi le esigenze del cliente sono mutate e attraverso la tecnica e la metallurgia si offre un prodotto innovativo, non solo al passo con i tempi, ma pure un poco più avanti. La due caratteristiche fondamentali date per assodate sono: precisione e leggerezza. Per la prima possiamo partire dalla foratura della canna, l’elemento più evidente, e l’azienda già dall’avvio del settore è sempre stata autonoma in tale delicata operazione comprando la prima rotomartellatrice, ovviamente sostituita nel corso del tempo e sempre aggiornata per ottenere le rese migliori. La precisione tuttavia e quindi il rendimento della canna parte un po’ più indietro, quindi dal castello: il tradizionale elemento Rover in acciaio, realizzato in microfusione, viene abbandonato proprio per il motivo della leggerezza complessiva. Si ricava la nuova componente da un estruso di lega di alluminio, l’Ergal 7075 lavorato su macchine a controllo numerico dove la costanza della precisione è assoluta: per favorire il montaggio dei sistemi ottici di puntamento su anello e ponte sono ricavate le basi integrali tipo Picatinny. Qui entra in gioco un elemento fondamentale costituito da un robusto cilindro forato, inserito nell’anello del castello. Il fissaggio avviene con due brugole che attraversano l’estensione inferiore dell’anello che ha funzione di prisma di scarico delle forze. L’impianto consente il cambio canna senza dover intervenire per regolare lo spazio di testa. La metallurgia e la sua conoscenza vanno di pari passo con la scelta delle componenti migliori: si possono attuare risparmi magari in altri punti, ma non sui materiali, specialmente quelli che attengono alla sicurezza e alla resa dell’arma.
La combinazione fra acciaio ed Ergal richiede una particolare attenzione e la Casa ha già dimostrato di padroneggiare le situazioni con la carabina Saphira e recentissimamente con il kipplauf SKL 20: i diversi gradi di resistenza all’usura, da sfregamento o da percussione, richiedono alcune accortezze cui si somma la reazione del punto critico, qui rappresentato dal cilindro inserito nell’anello, in caso di emergenza. Intuibile come tutto sia stato progettato con dimensionamento garantistico, ma è pensando a qualche sconsideratezza del tiratore che si prendono certe decisioni. Il trattamento di questo particolare su cui si scarica l’energia allo sparo tiene conto di un fattore: la massima durezza è certamente una buona soluzione, però con il fattore critico della frammentazione sotto “un carico da 11” (come direbbe Montalbano). A questo punto il complesso salta e il tiratore è fortemente a rischio. Un trattamento termico particolare, di cui la Sabatti padroneggia il processo esecutivo, rende estremamente dura la parte esterna conservando, nel contempo, a quella interna una tenacità capace di assorbire l’energia subendo variazioni dimensionali, ma senza mai frantumarsi. Il tiratore quindi potrà ben osservare il guaio che ha prodotto senza patirne conseguenze che, per venir al sodo, possono essere letali. Procedendo nelle novità l’otturatore presenta i tre tenoni in testa, ricavati a ribasso dalla sezione principale e con le mortise praticate nel cilindro poco sopra descritto; nell’aletta destra viene ricavata la sede a incastro per l’unghia di estrazione che lavora quindi con moto lineare ortogonale per maggior garanzia di presa sul solco del bossolo. Il manubrio è incastrato nel cilindro e il percussore funge da bloccaggio del particolare. Una classica levetta a bilanciere sul fianco sinistro del castello consente di sfilare l’otturatore mentre a destra sporge il tastino della sicura a due posizioni, con blocco totale di armamento, scatto e percussore. Una a tre posizioni sarà auspicabile.
Diversi particolari
Sono ben dieci gli allestimenti proposti per la Nuova Rover, e non tarderanno ad aggiungersene altri. La lunghezza di canna varia, sempre secondo i modelli, da 41 a 61 cm e le calciature vengono realizzate in legno, in legno con finitura superficiale “soft touch” o in speciale sintetico. Intanto vediamo gli accessori variabili come le mire metalliche, per i modelli dove sono previste, il pomello “sport” del manubrio, il poggia guancia di altezza differente per ottimizzare la postura dell’occhio in rapporto all’ottica, e il distanziale del calciolo per la giusta misura dal grilletto. Tre modelli per i caricatori finalizzati nelle forme e nelle capacità, da 3 a 7 colpi, secondo la tipologia e quindi l’impiego del fucile. Ancora cinque modelli per il freno di bocca, anche questi previsti per diverse tipologie del fucile, con il modello Small Jet Brake brevettato grazie ad alcune particolarità di progetto: si minimizzano dimensioni e peso migliorando il rendimento. Da ultimo, per meglio sottolinearlo, il gruppo di scatto che viene proposto o con stecher alla francese oppure nel Tipo Match a 3 leve: siamo amanti degli stecher, ma gli sganci diretti della Sabatti sono davvero al massimo livello. Al momento c’è già un’apprezzabile varietà di calibri: .223 Rem. – .243 Win. – .270 Win. – 6,5×47 Lapua – 6,5×55 SE – 6,5 Creedmoor, .30-06 Sprg. – .308 Win. – 7 Rem. Mag. – .300 Win. Mag. Altri seguiranno così come è prevista una misura ridotta dell’azione per le cartucce di piccole dimensioni.
Qualche valore per concludere: le quotazioni al pubblico, iva inclusa, vanno da 930,00 € del modello Rover Hunter a 1.530,00 del Rover Scout mentre i pesi a vuoto spaziano da 2.800 e 3.300 grammi.
Le primissime prove che abbiamo già condotto in una giornata di pioggia intensa, più adatta ai fucili subacquei che a questi, con una Nuova Rover Mod. Hunter hanno mostrato una notevole adattabilità a diversi caricamenti, originali e non, con proiettili tradizionali e con gli MRR di cui parleremo più estesamente in altra occasione anticipando che è stata creata una società fra Sabatti e un altro personaggio del settore, una start up come vengono designate oggi, proprio per la produzione di tali proiettili che, ricordiamo, sono torniti uno ad uno da barre di rame puro. Un pregevole ampliamento degli interessi industriali dell’azienda di Inzino.