MIGRATORI:DA USIGNOLI A RONDONI,IN SCENA GRANDI MIGRATORI.
Occhi puntati al cielo in questi giorni in Italia per assistere all’arrivo dei grandi migratori, veri e propri maratoneti dell’aria. E’ cominciato infatti il periodo piu’ affollato di specie trans-sahariane, che hanno passato l’inverno nell’Africa meridionale e ora tornano a casa nel Belpaese, oppure fanno un meritato scalo in Italia per riposare, fare il pieno di cibo e proseguire verso Nord. Quest’anno il transito dei viaggiatori piu’ precoci e’ stato rimandato di qualche giorno, a causa della nostra primavera piuttosto fredda e piovosa. ”Secondo i nostri dati c’e’ l’indicazione di una migrazione abbastanza ritardata – spiega Fernando Spina, dirigente di ricerca dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra) – di circa una settimana. E’ quanto emerge da un primo quadro della nostra rete di rilevamento, composta da volontari sparsi nel Mediterraneo centro occidentale, inclusa la Grecia. Si tratta del ‘Progetto piccole isole’ dell’Ispra, con stazioni attive da 23 anni tra il 16 aprile ed il 15 maggio, ed alcune, come Ventotene, dove la copertura e’ piu’ estesa, da inizio marzo a fine maggio”.
Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile gli animali sono ancora pochi, il boom del traffico arriva adesso. Due specie simbolo dei milioni di uccelli in transito sul Mediterraneo sono usignoli e rondoni. ”Questo e’ il momento di picco per i rondoni – spiega l’esperto – un caso incredibile di veri figli dell’aria, che dall’anno scorso non si sono mai posati, perche’ dormono e mangiano in volo. Loro in Italia nidificano nei tetti e ora, con l’abitudine di ristrutturare le case chiudendo le file di coppi esterne, la specie sta perdendo tanti siti di riproduzione”. Altro capitolo e’ quello degli usignoli, che svernano in zone di foresta dell’Africa equatoriale: il canto dei primi maschi e’ gia’ nell’aria, perche’ loro arrivano una settimana prima delle femmine. ”Non tutti – afferma l’esperto – passano nello stesso momento, dipende dai sessi e dalle classi di eta’: prima ci sono i maschi adulti, cioe’ quelli che almeno una volta si sono riprodotti, che vengono ad occupare i territori migliori. La femmina trova il maschio gia’ insediato sul posto e si puo’ riprodurre prima, con la possibilita’ di tentare una seconda covata nel caso in cui si perdano le uova o i piccoli”. Oltre agli usignoli diretti in Europa orientale, ci sono anche quelli ‘italiani’.
”Secondo alcuni studi con rilevamenti gps – racconta Spina – tanti usignoli da un anno all’altro tornano esattamente nello stesso luogo di nidificazione, quindi rientrano veramente ‘a casa”’. Amano i cespugli umidi a basse e medie quote, ad esempio lungo i fiumi. Il problema per loro, cosi’ come per altre specie, e’ cosa affrontano in Africa durante lo svernamento: riduzione rapida degli habitat, deforestazione per aree agricole e industria del legname. ”I migratori – afferma Spina – ci ricordano come la strategia di conservazione debba essere veramente globale e le politiche vadano condivise fra i diversi Paesi, localizzati lungo le stesse rotte”.
Fonte: ANSA