Per forza di cose abbiamo dovuto scegliere la strada della cattura degli animali con gabbie e recinti, ed il loro conferimento alle industrie di trasformazione della carne (diventando così prosciutti, salami o salsicce). Ma dal punto di vista del benessere animale è sempre meglio che conferirli a riserve faunistico venatorie, dove poi finirebbero cacciati o feriti dai cacciatori». I piani di contenimento sono iniziati nelle riserve di Decima e Marcigliana, dove è possibile agire con più sicurezza. Ma in un anno non sono più di trecento, massimo quattrocento, gli animali catturati e portati alle industrie alimentari. «Altri piani stanno partendo o sono partiti – aggiunge Gubbiotti – come nel parco dell’Insugherata a Roma nord, dove però incontriamo molte difficoltà.
Primo perché è una zona densamente costruita e popolata, quindi la collocazione delle reti o delle gabbie pone problemi; secondo, perché spesso le troviamo rotte, e ci siamo anche chiesti se siano gli animalisti». Eppure proprio qui, fra il parco di Monte Mario, dove bisogna stare attenti nel passeggiare per la facilità di incontrarli e la zona nord il problema è più sentito per l’alto numero di animali selvatici che banchettano intorno ai cassonetti. E se Gubbiotti non esita ad indicare il primo colpevole nelle politiche venatorie sbagliate dei decenni scorsi «che hanno estinto il “maremmano”, la specie autoctona più piccola e meno prolifica, sostituito per il ripopolamento, da questi, originari dei paesi dell’est, pesanti e corpulenti, con le femmine che vanno in calore due volte l’anno, e fanno 10-15 cinghialetti per volta. Così adesso il problema è molto serio».
Secondo l’esperto «mettono a rischio la biodiversità, provocano danni all’agricoltura, per centinaia di migliaia di euro e si spingono nei quartieri abitati». Nel Lazio arrivano dal nord della Toscana attraverso il corridoio di Veio, e «uno degli elementi più forti per allontanarli sarebbe se il Comune pulisse le strade e vuotasse i cassonetti – osserva Gubbiotti – perché l’unico vero motivo per cui gli animali selvatici escono dal loro habitat naturale è la ricerca di cibo