Una volta era la cena con vista – sui monumenti o un belvedere panoramico punteggiato di luci – oggi è un’esperienza surreale, altro che rendez-vous rilassante e distensivo dopo una giornata di lavoro. Si scorre il menù in stato d’allerta, pronti a scattare sulla sedia se il cinghiale che grufola nell’aiuola incolta a pochi metri dal ristorante dovesse preferire all’immondizia buttata intorno ai cassonetti un’amatriciana fumante. Succede ai tavoli all’aperto di un ristorante alla Bufalotta dove, nelle scorse settimane, i clienti hanno avvistato per l’ennesima volta l’ungulato: «Per fortuna non era aggressivo, cercava cibo tra le sterpaglie – raccontano – ma è paradossale.
Quando portiamo fuori il cane, se abbaia rischia di diventare un bersaglio… Qui abitano molte famiglie con bambini, la situazione è diventata insostenibile». Nella trattoria, ormai, si sono attrezzati: «Il cameriere è andato a prendere una spranga nel caso il cinghiale si fosse avvicinato troppo mettendo a repentaglio l’incolumità delle persone». Al problema, che accomuna molti quartieri del quadrante nord della città, si somma la sporcizia dovuta alla mancata raccolta dei sacchi dell’immondizia che fuoriescono dai cassonetti strapieni nelle strade principali di Porta di Roma, non lontano dal centro commerciale.
Lo stato di abbandono si riflette anche sulla cura (inesistente) del verde tra marciapiedi infestati dalle erbacce, potature che non vengono effettuate da tempo immemorabile, pista ciclabile invasa dagli arbusti che la rendono impraticabile. Gli abitanti hanno scritto numerose email all’assessorato all’Ambiente del III Municipio, che ha risposto soltanto una volta in modo aleatorio e non risolutivo – oltre a segnalare la presenza del cinghiale sia al numero 060606, sia ad Ama. Risultato: la promiscuità tra umani e animali selvatici continua, in barba ai rischi per la sicurezza e la salute, mentre il sudiciume alligna ad ogni angolo (Corriere della Sera).