Fucili da Caccia: La produzione della Rizzini di Marcheno spazia su una varietà di sovrapposti tale da poter soddisfare un ampio ventaglio di richieste per calibri, tipologie di bascula, raffinatezze estetiche, tutto accomunato da una pregevole qualità esecutiva.
di Emanuele Tabasso
Il nome Rizzini è assai diffuso nel comparto armiero della Val Trompia, ma solo il marchio Rizzini® qualifica le armi prodotte a Marcheno dall’azienda condotta, insieme alle due figlie Moira e Pamela, dal Signor Battista, animo pratico, curioso e sperimentatore, amante del lavoro ben fatto. Ora la ditta si dedica anche a una doppietta dalle particolari prerogative meccaniche, ma l’aver scelto tempo addietro il sovrapposto come settore in cui spendere decisamente le proprie energie dice chiaramente che la specializzazione qui è vista non certo come limitativa, quanto piuttosto come rampa di lancio per avanzare sempre più. Osservando i fucili prodotti si ha immediata contezza di questo fatto perché il disegno d’insieme ha quel garbo proprio della ricerca e della maturazione stilistica mentre scorrere i particolari esecutivi conforta su quanto si possa ottenere dalle macchine di precisione, ovviamente utilizzate nella giusta maniera. Si spazia dalle bascule classiche a quelle arrotondate, dai calibri tradizionali a quelli medi e piccoli, tornati prepotentemente in auge non solo per il capanno quanto per la caccia con il cane, si allestiscono express insieme ai fucili da pedana e merita ricordare come la Rizzini sia una delle pochissime aziende entrate nel novero dei fornitori per i campioni della Fitav.
In questo caso abbiamo preso in esame un sovrapposto molto classico e dedicato alla caccia, il modello Artemis che gratifica l’osservatore con le sue prerogative tecniche insieme a quelle di aspetto: queste ultime sono a nostro parere accentuate dalla cameratura adottata, il 20/76 (o 20 Magnum 3”) dove la minore sezione di canna e la bascula con misura specifica conferiscono maggior slancio ed eleganza. La concezione del fucile è quella tradizionale gardonese che unisce praticità esecutiva, costi contenuti e resa garantita: la bascula in acciaio 18 NiCrMo5 è lavorata all’utensile o, dove preferibile, a elettroerosione, su macchine a controllo numerico. Si ottengono così le mortise cieche dei due tenoni posteriori appaiati con indubbio pregio di resistenza strutturale e di estetica poiché lo spessore del dorso rimane integro, il traversino interno di contrasto dal consistente spessore, le sedi dei semiperni e le camme per l’estrazione primaria dei bossoli, la sede longitudinale di scorrimento delle leve per la monta delle batterie e l’attivazione degli eiettori, il giro di cerniera su cui insiste con giusta frizione il testacroce posto nell’asta: il tiraggio è molto ben calibrato a garanzia di longevità dell’arma. Nella faccia sono praticati i fori di passaggio dei percussori imbussolati e con propria molla di ritorno. L’aspetto esterno è assai ben riuscito con i seni a doppia rotondità evidenziati dal sottile nastro lucidato che scende creando il rinforzo laterale e sottolineando la tavola di bascula; disegna poi un arco a tutto sesto dietro al semiperno della cerniera terminando nelle due cordonature rilevate del dorso. Le finte cartelle laterali conferiscono un’immagine più importante e, in questo esemplare, ospitano una maggiore dovizia dell’ornato in stile rinascimentale rifinito a mano. La chiave di apertura in pezzo unico con il perno presenta corpo snello e convesso con pulsante rotondo allungato di indubbia eleganza: viene montata ben aderente alla codetta superiore di bascula al cui apice è inserita la slitta della sicura con il tasto del selettore di sparo: il pacchetto fisso del gruppo di scatto vede qui il sistema monogrillo, ma si può avere anche il tradizionale bigrillo, con una guardia in acciaio brunito dal pregevole ovale che richiama lo stile dei maestri d’oltre Manica.
Le canne ricavate da barre di acciaio C42 sono giuntate con il monobloc di culatta e saldate con lega a basso punto di fusione: esternamente molto ben tirate con brunitura omogenea e profonda sono lunghe 71 cm con l’alternativa di 67 cm o altre misure a richiesta, internamente cromate, dotate di bindella superiore a ponticelli lunghi con zoccolini pregevolmente fissati direttamente, senza sottobindella, mirino tondo in ottone. Si possono avere le strozzature fisse o disporre, con supplemento, dei 5 strozzatori intercambiabili nelle misure classiche. Vengono montati di serie gli eiettori automatici con molla e congegno di sgancio inserito nei fianchi del monoblocco.
La calciatura in noce venato di classe elevata, finito a olio, fa bella mostra di sé grazie anche a una attenta lavorazione che vede una corretta incassatura e linee classiche attinenti allo stile e al gusto del fucile: la testa in cui si inserisce la bascula presenta specchi laterali rilevati e bordino spianato a contorno delle cartelle lunghe, impugnatura con pistola arrotondata del tipo Principe di Galles o, a richiesta, all’inglese, calciolo in legno riportato. L’asta denota una sezione prismatica con raffinate curve di raccordo dei profili, sgusci superiori di presa appena accennati e molto eleganti, apice smussato in cui è inserito il pulsante di sgancio con meccanismo a pompa. Lo zigrino a losanghe molto fitte e ben rilevate assicura una presa sicura anche con le mani bagnate.
Il fucile pesa circa 2800 g nel calibro 20/76 e 3100 g nel calibro 12/76: è prodotto anche nel calibro 16/70, una riscoperta del tempo passato che sta riscuotendo un buon successo sia in Italia che all’estero, specie in Inghilterra dove è tornato in auge con numeri significativi. Merita poi segnalare come nel modello a bascula arrotondata detto Small Action siano proposti i piccoli calibri 28/70 e .410 Mg. sempre naturalmente con misure specifiche: fucili quindi estremamente aggraziati, leggeri e maneggevoli per un impiego di piena soddisfazione.