Il proprietario di un ristorante nella Valconca, in provincia di Rimini, si è recentemente reso protagonista (con suo dispiacere) di una brutta disavventura: il suo locale è infatti un punto di ritrovo per molti dei cacciatori della zona, che sovente si danno appuntamento lì prima o dopo di uscire nei boschi circostanti. E fin qui, direte voi, nulla di strano. Dopotutto non è inusuale che un ristorante diventi un punto di ritrovo, e se questo è vicino a una zona di caccia è comprensibile che i cacciatori lo frequentino sovente.
Verso l’inizio del mese scorso, tuttavia, il proprietario riceve una telefonata da uno sconosciuto furente, che lo minaccia di fargli passare “un brutto quarto d’ora” o di volerlo pestare. Il motivo? Qualche giorno prima il suo cane è stato impallinato (ci auguriamo per errore, ma è comunque davvero tragico e il suo astio è anche comprensibile) da alcuni cacciatori, ed è morto poco dopo a causa delle ferite. Lo sconosciuto, evidentemente stravolto dalla rabbia e dal dolore, ha associato i cacciatori al ristorante e ha assegnato parte della colpa anche al proprietario.
Proprietario che, dal canto suo, ha spiegato che chiaramente non ha nulla a che fare con l’uccisione del cane, e che di fatto è anche contrario alla caccia anche se non può certo mettere alla porta la maggior parte dei suoi clienti. Le minacce, però, continuano, e comprensibilmente comincia anche a salire il panico. L’imprenditore si è così rivolto a un avvocato, e insieme si sono presentati in procura per depositare una denuncia a carico di ignoti (Dissapore).