In Consiglio Regionale del Piemonte sta continuando l’esame della riforma della caccia che si appresta a diventare legge. Le ultime giornate sono state caratterizzate da tantissimi emendamenti, per la precisione 221. In particolare, molto attivo è il Movimento 5 Stelle che vorrebbe ridimensionare il più possibile l’attività venatoria in territorio piemontese. Il gruppo consiliare pentastellato vorrebbe limitare il numero dei capi annui relativamente a cinghiali, lepri comuni e fagiani, ma non solo.
Per ora sono 75 gli emendamenti e sub-emendamenti esaminati e votati: soltanto cinque sono stati approvati, tutto il resto è stato respinto. Quelli accettati riguardano il piano di salvaguardia e recupero naturalistico del Piemonte, la maggiore conoscenza del patrimonio faunistico tra i cittadini e l’esclusione della caccia a fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, combattente, moriglione, allodola, merlo, pernice bianca e lepre variabile.
Un altro emendamento accettato è quello che coinvolgerebbe le associazioni cinofile nella promozione della fauna. Per quel che concerne gli articoli approvati, invece, sono 2 su 29. Le novità principali saranno quelle dell’aumento della superficie venatoria minima degli ATC e Comprensori Alpini e, tra gli altri, l’obbligo della prova di tiro per prendere parte alla caccia di selezione. Le prossime settimane saranno decisive per conoscere la forma definitiva del testo normativo.