Rieti ha dato il via alla nuova normativa della Regione Lazio, introdotta con l’approvazione del collegato alla legge di stabilità da parte del consiglio regionale lo scorso agosto, che apre alla caccia al cinghiale anche in aree protette. Sì perché nel pieno dell’estate scorsa alla Pisana è stata prevista una norma che consente alla Regione, in caso di inerzia da parte degli enti che gestiscono le aree protette, di attivare degli abbattimenti selettivi. Secondo quanto disposto dalla norma l’intervento della Regione può essere chiesto direttamente da imprenditori e conduttori agricoli che si trovino all’interno delle riserve.
Una normativa che aveva diviso: contraria Roma Natura, più favorevole a puntare su gabbie e recinti; favorevole Coldiretti che ha visto nel provvedimento un deterrente importante ai danni causati dai cinghiali a campi e raccolti degli agricoltori. Ed è per questo che il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, fa un appello affinché l’esempio di Rieti venga seguito anche da Roma dove i cinghiali continuano a girare indisturbati ovunque: dalle strade trafficate agli ingressi delle scuole e poi ancora tra tavoli dei bar e davanti alle vetrine dei negozi. Una presenza costante e ingombrante.
“Ci auguriamo che questo intervento – ha detto Granieri – possa essere da esempio per tutto il territorio regionale. E mi riferisco soprattutto a Roma, dove le aree protette, sono totalmente abbandonate, basti guardare a quelle gestite da RomaNatura e dal suo presidente Maurizio Gubbiotti. Qui prevale l’immobilismo e i cittadini non si sentono sicuri al loro interno, dove continua a proliferare incontrollata la presenza di cinghiali. E’ un risultato importante e siamo soddisfatti che la Regione abbia tenuto conto delle nostre richieste. Questa è una battaglia che abbiamo portato avanti in difesa dei nostri agricoltori, che continuano a subire ingenti danni alle loro coltivazioni danneggiate dalla continua presenza di cinghiali”.