Uno studio completamente italiano, realizzato da un team di lavoro del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Siena e pubblicato sull’European Journal of Wildlife Research, ha messo in luce degli interessanti collegamenti tra lupi e cinghiali. Il paper, redatto da Emiliano Mori, Ludovica Benatti, Sandro Lovari e Francesco Ferretti, si intitola “Cosa significa il cinghiale selvatico per il lupo?”. Le due specie sono molto diffuse nel nostro paese e in alcuni casi tendono anche a sovrapporsi.
I ricercatori hanno cercato di capire se la frequenza assoluta dell’occorrenza di cinghiale nella dieta del lupo fosse influenzata dalla presenza di altri ungulati e dal numero disponibile delle specie. Il cinghiale è senza dubbio la preda principale del lupo (occorrenza del 49%), seguito a ruota dal capriolo (24%) e dal bestiame in generale (18%). Le conclusioni sono le seguenti: la presenza dei cinghiali nella dieta del lupo tende a ridursi con l’aumentare della predazione di caprioli, bestiame, camosci e cervi.
Nelle aree in cui sono presenti i lupi, le riduzioni dei cinghiali tramite piani di abbattimento potrebbero spostare la predazione su queste alternative, aumentando i conflitti tra lupi e attività antropiche. La notizia positiva, comunque, è che i lupi preferiscono le prede selvatiche al bestiame. Secondo questo studio, tra l’altro, la riduzione dei cinghiali oltre il 50-70% priverebbe il lupo delle prede principali, contribuendo a intensificare la predazione del capriolo, animale cacciabile di grande valore, e del bestiame.