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In Maremma e nell’Agro Romano Una vita passata a cacciare, quella del marchese Franco Sacchetti, che ancora all’età di ottant’anni, schioppo in spalla e cani al fianco, se ne andava in giro per le sue terre alla ricerca di quaglie e di beccacce, a parlare con i contadini e i pescatori, a giocare a carte con maggiorenti e prelati. Scritto e pubblicato nel 1950, Ricordi di caccia è un libro di grande sapienza venatoria, di atmosfere, di avventure e di affetti. Il ritratto di un’Italia che non c’è più, tratteggiato a pennellate leggere, sfumate come un’alba d’autunno. Così il Ceccarius (Giuseppe Ceccarelli) nella Prefazione: «Poiché in queste pagine (…) vivacissima è la narrazione, simpatico lo aneddoto, felice la rievocazione di cacciatori (…) e si parla di molte località dei dintorni di Roma e se ne danno sommari cenni storici, può scendere in campo il vecchio romanista, il quale nota pure con piacere come il volume rechi un non indifferente contributo alla cronaca della Città per quanto attiene allo sport venatorio; e la cronaca è “la poudre dorée de l’histoire”, come diceva Anatole France». Una polvere dorata, come cipria, che dà vita alla storia illuminandone le opacaità, impreziosendone le superfici, mettendo in moto i meccanismi di una genuina seduzione della memoria. |
La necessità di acquisire un livello di conoscenza sempre maggiore attraverso la raccolta di dati e informazioni utili è diventato un elemento imprescindibile per la gestione del patrimonio avifaunistico del Paleartico Occidentale. A tal riguardo è stato pubblicato questo lavoro...
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