La conclusione dell’incontro è stata proprio questa: non si possono identificare con certezza i cacciatori che usano i richiami acustici elettromagnetici, diffusi nel Delta del Po ma vietati e penalmente perseguibili, dunque la Provincia di Rovigo è pronta ad adottare misure forti. Oltre alla denuncia contro ignoti, l’azione intrapresa potrebbe essere la chiusura delle zone venatorie.
Nel corso del dibattito è stato spiegato che il fenomeno non è più raro come un tempo, di conseguenza bisogna reagire. Cacciatori, aziende e associazioni venatorie hanno assicurato la loro collaborazione, tanto che il messaggio verrà diffuso in modo da far capire i rischi che corre anche la persona che non ha commesso nessun illecito. A fine gennaio si potrà capire se il fenomeno si sarà ridimensionato.