Tecnica di Ricarica Cartucce da Caccia: Le Principali operazioni del caricamento.
I bossoli devono essere del tipo adatto alla polvere che vogliamo utilizzare, soprattutto per potenza d’innesco e per forma del buscione interno. Assolutamente non devono superare la lunghezza della camera di cartuccia. I bossoli vengono posti in una palmella da 50 alloggiamenti, dopo avere osservato che nel loro interno non vi siano corpi estranei e che i fori di vampa degli inneschi risultino liberi. Dalla scatola la polvere viene versata nella ciotola, rimestata col cucchiaio per accertare che non contenga grumi ed esposta all’aria per normalizzarne l’umidità. Se la polvere è densa e poco scorrevole, il dosaggio deve essere fatto a peso, tramite la bilancina di preci¬sione, altrimenti a volume per mezzo del misurino.
Nel misurino la polvere viene versata col cucchiaio, tenendo il misurino sopra la ciotola; a riempimento avvenuto la polvere è rasata al bordo del misurino. Il peso della polvere contenuta nel misurino deve essere più volte verificato con la bilancina prima d’iniziare il caricamento e a intervalli dopo un certo numero di cariche, perché la sua vite di fermo si può allentare perdendo la regolazione. Il misurino non deve essere sottoposto a scosse, perché la polvere deve trovarvi un naturale assestamento. La polvere contenuta nel misurino può essere versata nella bilancia e pesata per ogni cartuccia, o direttamente nel bossolo tramite l’imbuto, dopo di che l’imbuto deve essere collocato nel bossolo che segue nella palmella, procedendo sempre in fila e nello stesso senso per evitare di versare involontariamente due dosi di polvere nello stesso bossolo. Caricati tutti i bossoli, dall’alto si osserva il loro interno per accertare di non essere incorsi in una doppia carica.
Nel caricamento con borraggio tradizionale sulla polvere viene posto il cartoncino, introducendolo dentro il bossolo e assicurandosi che non rimanga per taglio (in posizione perpendicolare rispetto alla polvere) bensì in piano. Successivamente il cartoncino viene assestato col calcone contatto della polvere, in genere senza esercitare una forte compressione, a meno che il tipo di polvere non lo richieda. Nel disporre sulla polvere questi cartoncini, è consigliabile fare un segno circolare a matita sul calcone, a livello del bordo del bossolo, sia per accertare che il cartoncino risulti esattamente collocato a contatto della polvere, sia per controllare nuovamente che nessun bossolo contenga una doppia carica, oppure sia sprovvisto di polvere. Se per un bossolo il segno sul calcone denuncia una posizione troppo bassa o troppo alta del cartoncino, il bossolo viene estratto dalla palmella e scaricato per un accertamento. Dopo avere posto sulla polvere tutti i cartoncini si introducono di seguito nei bossoli le borre di feltro ingrassato, eventualmente alcuni spessori di sughero odi cartalana fino a raggiungere la dovuta altezza della colonna del borraggio.
Questa altezza deve essere stabilita prima, effettuando alcune prove su un bossolo in modo che sopra il borraggio resti con precisione lo spazio necessario al piombo, al cartoncino di chiusura e all’orlo, oppure al piombo e alla chiusura stellare. Per assestare in sito gli elementi che formano la colonna del borraggio, ci serviamo del solito calcone, facendo attenzione a esercitare la giusta compressione. Sarebbe preferibile impiegare un calcone dinamometrico, per uniformare in tutte le cartucce la forza di compressione esercitata sulla colonna del borraggio, perché da essa deriva la famosa «densità di caricamento» che tanto influisce sulla vivacità di combustione della polvere, sulla pressione in canna e sulla velocità dei pallini. Tale forza può essere regolata anche con un peso statico da 2 a 5 kg, che viene appoggiato sul calcone, o calcolata manualmente dal caricatore esperto. Quando viene fatto uso delle borre in plastica, queste devono essere collocate direttamente sulla polvere, con la coppetta di base a sicuro contatto. Nell’introdurre la borra di plastica nel bossolo è necessario accertarsi che la coppetta di base non si deformi forzando contro il bordo del bossolo. Questo bordo può essere leggermente allargato, con un mandrino conico di legno o di ferro.
Non è necessario esercitare una compressione sulla borra-contenitore di plastica. La giusta compressione viene ottenuta in seguito con l’orlatura, regolando l’altezza del bordo e perciò facendo leggermente retrocedere tutta la carica. Le coppette otturatrici e alcune borre-contenitore di struttura rigida non richiedono compressione. Altre borre-contenitore richiedono invece, per ottenere il migliore rendimento, che lo stelo si fletta riducendo la sua altezza di circa 2 mm. La dose dei pallini può essere controllata a misurino quando il loro diametro è piccolo, altrimenti solo tramite pesatura. I grossi pallini variano troppo il loro assestamento entro il misurino, inoltre la rasatura di questo contribuisce a introdurre errori troppo consistenti nel peso della carica. Con piombo di diametro maggiore del n 7,11 ricorso alla bilancia è di rigore.
Sopra i pallini viene posto un cartoncino di chiusura friabile e leggero, perfettamente in piano, o un dischetto di sughero conglomerato di basso spessore, oppure un dischetto autodisintegrante di plastica. I cartoncini e i dischi rigidi e pesanti, quando non si disintegrano, contribuiscono alla dispersione delle rosate perché disturbano lo sciame dei pallini in traiettoria. Il cartoncino di chiusura non occorre se sul bossolo viene effettuata la chiusura stellare. Una volta completate, le cartucce vengono passate all’orlatore. L’orlo classico ha in genere forma tonda, o tondo-quadra «a becco di civetta», secondo il tipo di bobina montato dall’orlatore. L’orlo a becco di civetta presenta una resistenza allo svolgimento leggermente superiore a quella dell’orlo tondo, a parità di altezza, perciò sembra preferibile con polveri di difficile accensione o con basse cariche di piombo.
La chiusura stellare è ottenuta tramite un incisore che pratica sul bordo del bossolo 6 o 8 pieghe, o pliche, che successivamente una bobina piega verso il centro, chiudendo l’apice della cartuccia ed effettuando un bordo circolare esterno, simile a un orlo tondo. La chiusura stellare sviluppa maggiore resistenza all’avanzamento della carica rispetto all’orlo tondo, o tondo-quadro, quindi consente di ridurre la dose della polvere. La bobina dell’orlatore deve spingere a fondo, in modo da ottenere il giusto ripiegamento del bossolo sul cartoncino (orlatura comune) o diret¬tamente sui pallini (chiusura stellare), tuttavia senza provocare un eccessivo arretramento del piombo e dell’intera carica comprimendo troppo la polvere. Particolare attenzione deve essere fatta utilizzando gli orlatori elettrici perché con essi è facile stringere troppo l’orlo, generando alte pressioni di sparo.