Ideologismo animalista
Ci risiamo. Dopo la ridicola, dispendiosa e assolutamente inutile pagliacciata delle reti da pecore srotolate lungo chilometri fra Liguria e Piemonte, adesso anche la Regione Abruzzo, ha ceduto alle pressioni isteriche e del tutto antiscientifiche dell’ideologismo animalista italico che è il più cieco e sordo del mondo. La notizia fresca fresca di cronaca, infatti, parla di un bel bando da un milione di euro che la Regione Abruzzo intende distribuire a coltivatori e allevatori che vorranno dotarsi di reti, recinzioni elettrificate e perfino di cani da guardiania per preservare coltivazioni e animali dalle predazioni di alcune specie di ungulati e di grandi carnivori che rappresentano un pericolo sempre più concreto e grave perché ormai fuori controllo numerico e quindi insostenibili.
Sproporzioni numeriche
Evidentemente non c’è niente da fare: i piagnistei animalisti finiscono per avere sempre la meglio, anche a dispetto dell’evidenza dei fatti e senza curarsi del fatto che altre nazioni europee (e nemmeno poche) hanno stabilito che tali sproporzioni numeriche (milioni di cinghiali, migliaia e migliaia tra cervi e daini e circa 5.000 lupi) si possono e si debbono “gestire” in un solo modo concreto, efficace e soprattutto economico: ricorrendo all’intervento dei cacciatori che sono le vere e uniche sentinelle ambientali in grado di operare con preparazione e responsabilità. Altro che reti! Ora un altro milioncino di euro sta per prendere il volo verso le tasche di alcune migliaia di agricoltori e allevatori ma non è certo dato sapere quanti resteranno purtroppo fuori da questa pioggia di soldi pubblici e non è neanche possibile sapere quali saranno i risultati effettivi di questa ennesima e non piccola spesa pubblica.
Un altro buco nell’acqua
Noi crediamo che ci troveremo di fronte ad un altro buco nell’acqua e che la tanto invocata biodiversità continuerà a marciare verso la sua tragica fine. Se qualcuno non ci crede, vada a leggere le reazioni al ferimento, in Campania, di un ibis sacro che appartiene notoriamente ad una specie aliena che sta veramente distruggendo la biodiversità nel nord e che recentemente ha iniziato a colonizzare con prepotenza inarrestabile anche i territori del centro sud. La stampa animalista ha subito titolato: “Ibis sacro ferito dai cacciatori in Campania: ennesimo atto contro la natura”. Già, proprio così: contro la natura! Ma di quale natura stanno parlando? Di quella alloctona che sta facendo piazza pulita della vera natura autoctona (vegetale e animale, dalle campagne ai mari) che è ormai alle soglie dell’estinzione? La domanda è lecita: ma questi signori collegano il cervello prima di scrivere e di parlare? (Paolo Sparvoli, presidente di ANLC).