La Casa di Ilion puntualmente arriva con un modello adeguato ai tempi e alle situazioni commerciali del periodo che si sta attraversando. Funzionalità, linea sempre gradevole e una quotazione decisamente invogliante sono alla base del progetto.
di Emanuele Tabasso
Sarebbe bene non continuare a citare la crisi che il mondo occidentale sta vivendo, l’Italia si distingue per viverla in maniera un po’ più pregnante degli altri, ma ci tocca e comunque si rivela un fattore di spinta per soluzioni diverse da quelle solitamente adottate. L’industria aggiorna costi, procedure, soluzioni per immettere sul mercato il prodotto adeguato alla bisogna, adeguato cioè alla fisarmonica oramai in fase di compressione assoluta. Lo strumento cui accenniamo non è costruito nelle Marche e non serve ad accompagnare quelle musiche suadenti della campagna francese: è il nostro immaginario portafoglio in cui qualche striminzito foglio di carta moneta fa compagnia a una carta di credito, o bancomat che dir si voglia, limitato nella sua funzione da un numero impresso nella memoria della banca su cui ci appoggiamo.
La validità delle aziende industriali e commerciali sta proprio nell’individuare le capacità di spesa del proprio cliente medio e adeguare il prodotto a tale entità: a dirlo è quasi facile, realizzarlo un po’ meno. La Remington, finalmente arriviamo a porre un soggetto ben individuabile del nostro preambolo, ha da tempo ramificazioni in altre firme armiere di tutto rispetto e citiamo in particolare Marlin e Savage, depositarie anch’esse di una storia fatta di sostanza, idee nuove e concetti chiari, molto yankee certo, ma chi può prescindere da quel mercato, soprattutto vivendoci proprio dentro? La spaziatura progettuale, stilistica e monetaria evita certe brutte soluzioni di omogeneizzazione che riducono la potenzialità di penetrazione presso la clientela, ma non è detto che certe soluzioni dell’uno non possano venir adottate dall’altro per creare un prodotto con una valenza ancora differente dalle basi di partenza. La Casa di Ilion ha agito più o meno così nel definire la propria nuova arma per la battaglia in atto sul fronte economico e pare che la somma delle idee abbia costituito un insieme di buona validità. Esaminiamo allora la Modello 783 con la premessa d’ufficio di rendere subito noto il prezzo informativo: 651,00 € soldo più, soldo meno per un qualcosa che vale e, soprattutto che serve per il fine che ci si propone, quello di andarci a caccia.
La parte tecnica
La definizione è fucile a canna rigata a ripetizione ordinaria con azione girevole scorrevole: osserviamo dunque il castello molto classico ricavato da una billetta di acciaio legato con sezione tonda, anello anteriore e ponte posteriore chiuso dove sono ricavati i fori per il fissaggio dell’ottica; sul fianco destro è praticata la finestra di espulsione, di ampiezza contenuta mentre quella inferiore è più ampia per il passaggio del caricatore bifilare estraibile. La struttura è molto robusta anche se molto del lavoro viene svolto dal sistema di giunzione canna, anello, otturatore e dal prisma di scarico delle forze. Entrano qui in gioco soluzioni consolidate, quindi sicure nella resa, e dal costo progettuale oramai ben ammortizzato: la culatta della canna reca una lunga filettatura con la parte apicale inserita nel corrispondente passo a vite praticato entro l’anello, avanzando fino al punto esatto per determinare lo spazio di testa. Il prisma di scarico è costituito da una lamina sagomata, di conveniente spessore, con un ampio foro per inserirla sulla canna a contatto con l’anello, mentre la porzione inferiore verrà posizionata nella tasca ricavata nel fusto della calciatura: entra qui in gioco un dado godronato e internamente filettato, anch’esso calzato sulla canna dove utilizza la parte libera della filettatura per serrare la flangia bloccando stabilmente anche la canna. Più complicato forse da illustrare che da mettere in opera. Agli inizi questa soluzione era stata appannaggio della Savage con il suo Modello 110 e ancora dai progetti di questa Casa, ripetiamo anch’essa facente parte della finanziaria Freedom Group, troviamo qualcosa nell’otturatore: il corpo centrale viene lavorato da una billetta di acciaio a cui anteriormente viene calettata la testina a due alette frontali lavorata separatamente e provvista di un piolo di inserimento su cui agisce, grazie a un incavo, uno spinotto passante di bloccaggio. I particolari mostrano faccia ribassata, foro del percussore rettificato, espulsore con nottolino elastico, estrattore a unghia inserita in una sede a coda di rondine praticata nell’aletta destra e che agisce con movimento radiale, quindi con molta sicurezza di resa sul campo anche con bossoli duri da estrarre; ancora sotto all’aletta citata si trova una fresatura longitudinale che si inserisce nella guida ricavata nel fianco destro del castello per una migliore scorrevolezza. Il manubrio si presenta di foggia caratteristica con braccio a quadrello e nocca tonda appiattita su cui spicca la R del marchio aziendale; viene saldato al corpo centrale tramite una base arcuata. Il tappo di coda rastremato e provvisto di incavi periferici che creano un gradevole motivo lascia sporgere il codolo del percussore quale segnale di meccanica armata. Sui fianchi della codetta del castello notiamo a destra la levetta a rullino della sicura che lascia sempre libero il movimento dell’otturatore per scarrellare in tranquillità, a sinistra invece la lamina per l’estrazione dell’otturatore a fondo corsa.
La canna, lo scatto e la calciatura
La canna lunga 56 cm viene rigata per bottonatura praticando in culatta le due mortise per le alette di chiusura: si forma così con l’otturatore un insieme di grande solidità e rigidezza. Lo scatto dotato del sistema Cross Fire mutua da Savage e anche da Marlin la soluzione della lamella elastica inserita nel grilletto: funge da sicura bloccandone la corsa se non viene premuta mentre, azionandola, si scarica già una parte del peso effettivo di sgancio. Sulle prime può apparire una macchinosità, ma nella pratica si rivela una scelta positiva. La calciatura in sintetico ha le usuali linee funzionali per il tiro con l’ottica e il Pillar Bedding con cui si unisce alla meccanica concorre a migliorare le prestazioni di tiro; il calciolo Supercell® Recoil Pad attenua molto la sensazione di rinculo.
Nelle prove di tiro abbiamo apprezzato la funzionalità dell’insieme, ovviamente tenendo ben a mente quel valore in euro citato all’inizio: per chi desideri iniziare la caccia di selezione o per chi sia intenzionato ad ampliare con un nuovo calibro la propria rastrelliera con la Mod. 783 va tranquillo, senza che il bancomat opponga degli antipatici rifiuti.
Scheda tecnica
Costruttore: Remington Arms Company, Mayfield (KY) – USA
Modello: 783
Tipo: carabina a otturatore girevole e scorrevole con due alette in testa
Calibro: .270 Win. (a richiesta .30-06 Sprg. – .308 Win. – 7 Rem. Mag.)
Castello: in acciaio ricavato da forgiato e fresatura
Canna: in acciaio al carbonio lunga 560 mm (magnum 610 mm) con 4 righe destrorse passo 1:10” (magnum 1:9” ¼) – bottonata – montaggio flottante
Percussione: percussore lanciato con molla elicoidale coassiale
Alimentazione: serbatoio staccabile da 4 cartucce con sblocco a tastino anteriore
Congegno di scatto: sistema Cross Fire grilletto singolo con lamella elastica in funzione di sicura e precarico di sgancio
Estrattore: a unghia con movimento ortogonale e molla inserita nell’aletta destra dell’otturatore
Espulsore: nottolino elastico sporgente nella faccia dell’otturatore
Congegni di mira: non previsti – predisposizione per ottiche
Sicurezza: tastino zigrinato sul lato destro del castello – blocca sistema di scatto e percussione
Calciatura: in pezzo unico di materiale sintetico – calciolo in gomma Remington® Supercell® Recoil Pad – calciatura con Pillar Bedding
Finiture: brunitura opaca delle parti metalliche
Peso: 3.300 grammi circa senza ottica
Prezzo indicativo: 651,00 € al pubblico (senza ottica e attacchi)
Ottica: Redfield Mod, Revolution 4-12×40
Importatore Remington e Redfield: Paganini sas – corso Regina Margherita 19 bis – 10124 Torino – Tel. 011/8177860 – fax 011/835418 – sito Internet www.paganini-to.it