L’associazione è convinta che queste regole consentano ad agricoltori e proprietari di fondi di decidere quando intervenire, scegliendo anche le persone per il prelievo dei cinghiali. Una soluzione del genere non viene condivisa, in quanto introdurrebbe il pericoloso principio della responsabilità di intervento in capo al proprietario, delegittimando le associazioni venatorie. Il presidente di Federcaccia Terni, Giulio Piccioni, ha denunciato già mesi fa la situazione complessa dell’ATC umbro, tanto che i rappresentanti si sono ritirati da tempo.
I problemi gestionali, inoltre, sono stati peggiorati dal passaggio di competenze da province a Regione. Il regolamento giusto per la federazione dovrebbe essere organico e uniforme, così da gestire i cinghiali in tutto il territorio regionale. Un altro principio contestato è quello secondo cui la selvaggina sia proprietà privata. Ecco perchè l’associazione ha chiesto una strada più snella e meno burocratizzata, in grado di risolvere il problema della vigilanza venatoria e coinvolga i cacciatori e tutti gli altri attori con identiche responsabilità.