Un tavolo tecnico per l’attuazione del piano di controllo delle nutrie. Lunedì 14 giugno la direzione Agroambiente Programmazione e Gestione ittica e faunistico-venatoria della Regione Veneto incontra le organizzazioni agricole al fine di condividere tutte quelle utili azioni e misure finalizzate al contenimento delle nutrie, anche in Polesine. «Da diverso tempo solleviamo questa questione nelle sedi opportune – commentano a Cia Rovigo –. Ringraziamo l’amministrazione regionale per aver aperto un confronto su un tema così importante e delicato: sia per gli imprenditori agricoli, che spesso rischiano di vedere compromessi i loro raccolti, che per i Consorzi di bonifica; questi ultimi sono tenuti ad investire migliaia di euro all’anno per risistemare le arginature di canali e fossati, costellate dalle buche formate proprio dalle nutrie». Stando alle ultime stime, sarebbero oltre 200mila gli esemplari che scorrazzano liberamente in Polesine.
«Numeri impressionanti – sottolinea il direttore di Cia Rovigo, Paolo Franceschetti – che danno la cifra dell’annosa criticità cui le Istituzioni devono dare una risposta concreta. Parallelamente agli interventi di eradicazione vanno avviati sistemi di rapida allerta nel caso di nuove colonizzazioni. Le nutrie solitamente costruiscono delle tane vicino alle arginature, le quali, inevitabilmente, cedono in caso di transito dei trattori e dei mezzi agricoli in generale. Alla perdita dei raccolti si aggiunge, dunque, un pericolo per l’agricoltore stesso e per l’intero equilibrio idrogeologico».
Inoltre hanno un potenziale riproduttivo molto elevato: la femmina può venire fecondata durante tutto l’anno e perfino poche ore dopo il parto. I piccoli partoriti sono, in genere, 5 o 6. «Non possiamo più attendere – conclude Franceschetti – ne va della sopravvivenza del settore nell’area del Polesine». E la piaga delle nutrie non riguarda solo il Polesine, ma anche molte zone venete (Il Gazzettino).