La Regione Toscana ha risposto a una richiesta esplicita dell’Arci Caccia regionale. L’associazione venatoria voleva infatti conoscere maggiori dettagli sul riconoscimento delle associazioni in Toscana. Secondo l’ente locale, gli unici interlocutori ammessi e che possono quindi essere riconosciuti sono le associazioni venatorie nazionali, in base a quanto previsto dall’articolo 34 della Legge Nazionale sulla Caccia.
Altre interpretazioni non possono proprio esistere, le associazioni regionali non hanno la possibilità di essere coinvolte negli organismi di carattere ufficiale. La domanda di Arci Caccia è una sola: per quale motivo in alcuni Ambiti Territoriali di Caccia ci sono membri di associazioni non riconosciute, invitati tra l’altro alle riunioni ufficiali, per non parlare delle nomine nei comitati di gestione delle Zone di Ripopolamento e Cattura. Lo stesso discorso vale per quei membri che diventano titolari di aree di addestramento cinofilo e per chi riceve l’autorizzazione allo svolgimento delle prove cinofile.
L’associazione non riesce a capire nemmeno i vantaggi di comportamenti del genere, di sicuro non ci sono conseguenze positive per i cacciatori. Arci Caccia Toscana ha chiesto con forza agli organi preposti di attivare la legalità in tempi rapidi. Come spiegato dalla Regione, i requisiti di cui devono essere in possesso le associazioni riconosciute sono quelle del secondo comma dell’articolo 34 della Legge 57 del 1992.
Chissà il perchè: Prima con il PD al governo andava tutto bene???