Cifre eloquenti
Oltre 3.000 società di pesca sportiva in Italia, 180.000 soci, un indotto stimato in 2,8/3 miliardi di euro all’anno e un altro indotto lavorativo pari a 15.000 unità. Sono questi i numeri che, una volta analizzati, hanno spinto Paolo Bongioanni a presentare una proposta di legge in grado di promuovere anche in Piemonte due filiere turistiche di nicchia, ma con ampi margini di miglioramento, come l’ittiturismo e il turismo legato alle attività faunistico venatorie. Nella nostra regione infatti, manca a oggi una proposta organica su questa materia. Eppure, rispetto alle altre regioni, il Piemonte non ha di certo nulla da invidiare in termini di grandi laghi (situati prevalentemente nelle province del Verbano Cusio Ossola o di Novara come il Lago Maggiore o il Lago D’Orta) e grandi fiumi (Po, Tanaro, Dora Baltea).
Come valorizzare le filiere
Acque in cui è possibile trovare diverse specie ittiche di forte interesse per i pescatori, ma soprattutto quell’enorme e ricco ventaglio di corsi d’acqua che solcano le nostre valli dove la trota è regina, in luoghi dalla bellezza universalmente riconosciuta, oltre ai laghetti-cava artificiali. Da qui l’idea di Bongioanni: una legge per valorizzare le due filiere. Per quanto riguarda il turismo venatorio, d’altra parte, manca ancora una definizione giuridica: la proposta di legge presentata dal capogruppo di Fratelli d’Italia mira a colmare questo vuoto normativo: “Vogliamo dare una definizione che ne racchiuda le peculiarità anche di tipo gastronomico e culturale e le attività delle aziende agrituristico venatorie” spiega. La volontà è quella di inserire la regione in un circuito turistico competitivo con quelli di altre realtà europee in cui già esistono strutture ricettive, in incoming turistico e marketing territoriali molto attive. A fianco a questo, la richiesta di contrastare ogni attività di bracconaggio illegale.
Numero di licenze attive
Che l’interesse attorno al settore sia elevato, lo testimoniano il numero delle licenze attive: in Italia sono 700.000, con il nostro Paese che in Europa si piazza al terzo posto, dietro solo Spagna e Francia. Il valore economico diretto stimato è di 930 milioni di euro, compresa la produzione di armi, munizioni e il sistema di fornitura e i distributori. La proposta di legge targata Bongioanni è composta da 11 articoli. Il primo, oltre a descrivere le finalità della legge e la definizione di turismo venatorio, prevede la lotta al bracconaggio. Il secondo si occupa di promuovere azioni di valorizzazione territoriale inerenti all’ittiturismo e turismo venatorio, compresa la pesca di specie particolarmente attrattive nei laghetti-cava, come il Black Bass. L’articolo 3, invece, promuove la costituzione di accordi di filiera territoriali tra i portatori di interesse dell’ittiturismo e del turismo venatorio. Spazio poi, nel quarto punto della Pdl, al miglioramento dei punti di ristoro nelle aree adibite a pesca o attività venatoria ed al sostegno alle riserve a vocazione turistica che diventano uno dei fulcri dell’intero progetto.
Eccellenze su cui porre l’accento
L’articolo 5, invece, promuove il concetto di ospitalità diffusa nel turismo ittico. Il punto 7 è invece dedicato all’ottimizzazione delle pratiche burocratiche amministrative, così come l’articolo 8 propone una modifica della legge regionale 5/2018 al fine di semplificare la possibilità di poter ospitare praticanti dell’attività faunistica venatoria provenienti da regioni italiane differenti dal Piemonte. L’articolo 9 istituisce, senza oneri per il bilancio regionale, un comitato tecnico sul turismo venatorio e ittiturismo al fine di avere un organismo tecnico che possa coordinare le varie attività di queste pratiche. Se l’ultimo articolo è quello contenute la notifica relativa agli aiuti di stato, il decimo prevede invece le coperture finanziarie: la previsione è uno stanziamento di 235.000 euro all’anno da inserire nel capitolo di bilancio relativo al turismo, suddivisi in 150.000 euro di spesa corrente e 85.000 di conto capitale. “Abbiamo delle eccellenze da valorizzare: i fiumi, i laghi, il nostro territorio. Il Piemonte può e deve ambire a diventare un punto di riferimento per l’ittiturismo e turismo venatorio: a beneficiarne saranno non solo i territori toccati da questa operazione, ma anche l’indotto.” conclude Bongioanni.