Regione Lombardia ha fissato ufficialmente l’incontro con le Associazioni venatorie Lombarde per lunedì 10 gennaio alle 14,30, incontro richiesto ad inizio novembre da Federcaccia. Il tema da affrontare è quello degli anellini degli uccelli da richiamo: un tema quanto mai scottante poiché una campagna di serrati controlli durante la stagione venatoria di quest’anno ha messo in luce come vada adeguata in modo chiaro la normativa riguardante i sigilli. In sostanza durante i controlli gli addetti alla vigilanza avrebbero contestato ai cacciatori dimensioni degli anelli diverse da quelle comunicate dalle associazioni ornitologiche, che come è noto forniscono gli anelli agli allevatori.
Parliamoci chiaro: anelli tagliati, anelli visibilmente contraffatti, fascette di plastica e anelli posti sulle gabbie non sono giustificabili in alcun modo, non sono oggetto delle nostre rimostranze e non saranno oggetto dell’incontro in Regione lunedì. Si parlerà invece innanzitutto di quelli scostamenti infinitesimali, parliamo di decimi di millimetro, che con un’apposita relazione Federcaccia ha dimostrato esistere già sugli anelli nuovi. Inoltre vorremmo che fosse applicata la normativa nazionale che parla in modo chiaro e semplice, di anellino “inamovibile”. Questo termine stabilito dal legislatore non lascia, a nostro modo di vedere, dubbi di sorta, è chiarissimo nel significato e nell’obiettivo che vuole raggiungere.
Un anellino è inamovibile quando resta sulla zampetta del richiamo; è ovvio poi che con l’andar del tempo l’anello può deformarsi, piegarsi ma resta sempre inamovibile. Quest’anno poi molti allevatori utilizzeranno anellini in acciaio e non più in alluminio e questo dovrebbe rasserenare i detrattori della nostra categoria, ma il problema restano i richiami oggi posseduti dai cacciatori che potenzialmente possono essere considerati, con i criteri di controllo adottati fino ad oggi, fuori norma. E’ questa l’anomalia da risolvere, e va risolta in tempi celeri, con fondamenti legali chiari ed inoppugnabili in condivisione tra le parti, cioè a dire Regione Lombardia, Associazioni Venatorie ed anche gli organi di controllo, perché altrimenti non ne usciamo più. I richiamo oggi detenuti sono centinaia di migliaia in tutta la Lombardia, il lavoro da fare sul campo sarà lungo, ma bisogna farlo! Non possiamo permetterci un’altra stagione venatoria all’insegna dell’incertezza, sia essa normativa che nell’oggettività dei fatti.
Non serve il muro contro muro con le forze addette alla vigilanza, quelle forze che devono essere animate da professionalità e obiettività nei controlli: siamo disponibili ad ogni tipo di collaborazione ma non siamo certamente pronti alla resa. Siamo intimamente convinti e certi che la caccia con l’utilizzo di richiami vivi possa e debba continuare nel rispetto della legge, perché è solo rispettando la legge che potrà sopravvivere: ma la legge va applicata con cognizione di causa e se un anellino è “inamovibile”, l’anellino è regolare. (Fonte: FEDERCACCIA BRESCIA)