Appena 3 voti favorevoli e 25 contrari. Il risultato dell’esame dell’ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle in Regione Liguria è netto: l’obiettivo dei pentastellati era quello di proteggere l’avifauna migratoria in tutto il territorio, eliminando dall’elenco delle specie cacciabili quelle a rischio di estinzione per inquinamento, bracconaggio e caccia. Il rischio maggiore secondo questo odg era quello relativo a coturnici, moriglioni, pavoncelle, tortore selvatiche e tordi sasselli.
Questo vuol dire che l’ordine è stato respinto e le specie rimarranno nel calendario venatorio ligure. Anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Stefano Mai, aveva espresso un parere negativo in merito, sottolineando l’assenza del rischio di estinzione e la stesura del calendario in base a valutazioni scientifiche e normative molto serie. Il Movimento 5 Stelle ha accusato il colpo e ha lamentato di essere stato lasciato da solo e ricordando i danni provocati dal bracconaggio in Italia.
Inoltre, il M5S ha rimarcato il presunto abbattimento di oltre 500mila esemplari di migratoria tra il 2015 e il 2017 in Liguria e con una spesa di 180mila euro l’anno. Non molti giorni fa lo stesso Mai aveva deciso di prorogare le battute di caccia al cinghiale in Liguria fino al 30 gennaio 2019, una soluzione ritenuta congrua per completare i piani e i prelievi.