Approvata a maggioranza dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, presieduto da Piero Mauro Zanin, la mozione 250 dedicata agli interventi urgenti per il contenimento del cormorano in Regione. L’istanza, illustrata all’Aula da Mara Piccin (Forza Italia), era stata originariamente presentata dalla stessa consigliera forzista insieme al capogruppo Giuseppe Nicoli e al collega di partito Franco Mattiussi, ai quali si sono aggiunte in sequenza le firme del leghista Stefano Mazzolini e di Edy Morandini (Progetto Fvg/Ar), anticipando i colleghi di partito Mauro Di Bert e Giuseppe Sibau. Anche il civico Tiziano Centis si è quindi unito all’istanza, precedendo gli interi Gruppi consiliari di Lega e Pd, nonché Emanuele Zanon (Regione Futura).
Con il provvedimento, in considerazione del fatto che “la progressiva colonizzazione degli ittiofagi nelle acque interne della regione è cominciata verso i primi anni Novanta e che, da allora, il territorio sta registrando un esponenziale aumento di uccelli ittiofagi, tra i quali il cormorano” e che “il cormorano rappresenta un serio pericolo per i pesci delle acque interne, potendo consumare circa 600 grammi di pesce al giorno“, si impegna la Giunta regionale “ad avviare un percorso finalizzato alla valutazione dell’adozione di un efficace piano di prelievo in deroga del cormorano, nonché un percorso finalizzato a segnalare la problematica alla Conferenza Stato-Regioni attraverso la quale, anche tramite il Governo nazionale, venga avviato un dialogo con le Istituzioni europee per proporre una revisione della Direttiva Uccelli”.
“Tra le specie a rischio attacco da parte del cormorano vi sono soprattutto i salmonidi autoctoni, ma il cormorano – riportava il testo, presentato alla Presidenza il 14 aprile scorso – è specie oggetto di tutela e la legge 157/1992 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) non elenca il cormorano quale specie cacciabile“. Negli ultimi dieci anni, riportano le statistiche, si è assistito a un incremento consistente dei cormorani, passando da 1.532 individui e 1.987 individui dormitori (2011) a, rispettivamente, 3.727 e 3.740 (2020). L’eccessiva presenza e proliferazione mina l’ecosistema e crea un danno economico alla conservazione delle acque interne dove le popolazioni ittiche, in virtù della vastità del reticolo idrografico, non possono essere protette con reti anti-uccello, dissuasori acustici o altri strumenti.
Quindi, secondo la mozione, risulta opportuno “ripensare allo status di specie protetta per il cormorano e, conseguentemente, appare necessario un decisivo intervento da parte dell’Amministrazione regionale”. Dopo gli interventi di supporto alla proposta che hanno impegnato anche il capogruppo dem Diego Moretti e Morandini, una bocciatura ha invece riguardato un emendamento modificativo proposto dal Movimento 5 Stelle (primo firmatario il capogruppo Cristian Sergo, che ne ha rifiutato il ritiro).
Quindi, l’espressione definitiva da parte dell’Aula che è successivamente avvenuta su un provvedimento subemendato su richiesta dell’assessore regionale a Risorse agroalimentari, forestali, ittiche e Montagna, Stefano Zannier, che aveva suggerito alcune modifiche. Lo stesso Zannier ha ricordato di “aver inviato un piano per la gestione del cormorano, esteso all’intero territorio regionale, sia al ministero competente che anche all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Sono già pervenute in risposta alcune indicazioni e ora servirà un’implementazione del documento, ma abbiamo trovato piena disponibilità”.