«I danni causati dalle nutrie nel ferrarese e i mezzi per arginare e contrastare il fenomeno, non solo sono noti alla Regione Emilia Romagna, ma sono stati al centro, da inizio legislatura, di vari incontri con agricoltori, cittadini e istituzioni locali. Tanto che già alla fine dello scorso anno, nonostante i lockdown imposti dall’emergenza sanitaria e dopo aver rilevato le difficoltà di contenimento degli animali fossori con gli strumenti attualmente approvati e previsti dalla normativa nazionale – cattura con gabbie e utilizzo armi calibro 12 – abbiamo avviato una sperimentazione e, in accordo con Questura, Prefettura e Polizia provinciale, abbiamo introdotto la carabina calibro 22.
C’è ancora molto da fare perché il problema è presente ma grazie a questa sperimentazione l’azione di contenimento è migliorata molto, lo dicono i numeri. E sul fronte risorse, abbiamo predisposto un fondo di sostegno di circa 1 milione di euro su 2021 e 2022 da destinare alle Polizie provinciali per facilitare il lavoro dei coadiutori sul territorio». Così l’assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca, Alessio Mammi, risponde alla raccolta firme promossa da esponenti dell’opposizione per chiedere alla Giunta un intervento straordinario di riduzione della popolazione della nutria sul territorio ferrarese.
«Siamo assolutamente consapevoli degli ingenti danni che questo animale fossorio provoca al territorio- prosegue Mammi-, causando problemi strutturali alla sicurezza di argini e fossati con rischio di dissesto idrogeologico, alle colture agricole, alla sicurezza stradale e per questo siamo intervenuti subito con una sperimentazione che ci vede primi in Italia e che sta ottenendo buoni risultati». «La relazione della Polizia provinciale dopo i primi tre mesi di applicazione- spiega l’assessore- ha evidenziato, infatti, un aumento di oltre il 50% degli abbattimenti e altri benefici quali una minore dispersione del piombo nell’ambiente e una minor spesa degli interventi. È nostra intenzione prorogare quindi anche nei prossimi mesi questo progetto, estendendolo eventualmente ad altri territori della Regione che presenteranno un piano sperimentale sulla scia di quanto fatto nella provincia ferrarese.
Ci confronteremo, come fatto a Ferrara, con le Prefetture. Ma per consolidare questa misura c’è bisogno di un inquadramento legislativo nazionale, dal momento che solo il ministero dell’Interno può definire quale tipo di armi può essere utilizzato nei piani di controllo. Solo con un intervento del Governo potremo mettere a regime interventi più incisivi su tutto il territorio regionale e nazionale. Considerato che il Governo è sostenuto e composto da un ampio ventaglio di forze politiche presenti in Parlamento auspico che dia seguito a questa richiesta, per altro avanzata da tempo dalle Regioni in particolar modo del Bacino padano. Le Regioni possono muoversi dentro un quadro normativo ben preciso e delineato a livello nazionale. Ringrazio Prefettura, Questura e Polizia provinciale di Ferrara per la collaborazione» (La Nuova Ferrara).