La normativa nazionale sulla protezione della fauna selvatica omeoterma e sul prelievo venatorio prevede infatti la possibilità per il proprietario o il conduttore di un fondo di chiedere l’esclusione dei propri terreni dalla cosiddetta gestione programmata della caccia inviando, entro trenta giorni dalla pubblicazione del piano faunistico-venatorio, al presidente della Regione una istanza motivata. “Diversi cittadini, guidati dalle indicazioni fornite dall’Associazione, hanno presentato tale richiesta, stanchi di assistere impotenti al passaggio dei cacciatori fino a ridosso delle abitazioni, dovendo rinunciare spesso alla tranquillità di poter fruire dei propri terreni per vivere, lavorare o semplicemente passeggiare.
Dopo una non facile interlocuzione la Regione Abruzzo che, oltre a non pubblicizzare adeguatamente questa norma (come dovrebbe fare!), aveva creato un po’ di confusione rispondendo in modo fuorviante e con riferimenti normativi sbagliati alle prime richieste, ha finalmente consentito, per ora almeno a uno dei proprietari di interdire i terreni della propria azienda all’attività venatoria” (Chieti Today).