Nella Repubblica di San Marino è stato stabilito un vero e proprio record per quel che riguarda il prelievo venatorio dei cinghiali. Si tratta di 100 esemplari abbattuti: il numero fa impressione se si tiene conto delle dimensioni di questa nazione e del fatto che le battute non sono ancora terminate. L’Ufficio Gestione Risorse Ambientali ed Agricole (UGRAA) ha diffuso i dati relativi ai danni alle colture agricole, i quali ammontano a circa 7mila euro, ma ci sono anche le richieste di risarcimento per gli incidenti (il 15% del totale sarebbe stato causato proprio dai selvatici).
L’Osservatorio è formato dalla Federazione locale della Caccia, dallo stesso UGRAA, dalla Segreteria al Territorio, dall’associazione di agricoltori, dal Centro Naturalistico e dall’Associazione Protezione Animali Sammarinese (APAS). Quest’ultima sigla è stata l’unica a insorgere, ma il piano parla chiaro. A San Marino ci sono 7 cinghiali ogni ettaro, mentre invece dovrebbe essercene uno solo per avere una situazione accettabile.
I cacciatori non hanno sfruttato il prelievo selettivo, ma i 100 cinghiali sono stati abbattuti per risolvere una volta per tutte il problema. Mancano ancora tre battute prima della conclusione di questa caccia, nonostante la già citata APAS abbia parlato di “persecuzione” ai danni degli ungulati.