Rispetto a due stagioni fa c’è stato un aumento del 40%, senza tenere conto che l’attività non è ancora finita. I cacciatori coinvolti sono 800, divisi in dodici squadre e 8 distretti venatori. Francesco Lamandini, numero dell’ATC modenese, si è detto grato per l’impegno profuso, nella convinzione che l’emergenza cinghiale non è terminata, come confermato dalle segnalazioni degli agricoltori di collina e montagna. Gli stessi agricoltori e i cacciatori sono molto preoccupati per la crescita esponenziale dei selvatici.
Nemmeno un aumento del prelievo venatorio ha consentito di arginare i danni alle colture, per non parlare dell’impiego dei recinti. Nella stagione 2015-2016 i danni ammontavano a 3mila euro, passati incredibilmente a 24mila euro nella stagione attuale. La difesa riguarderà in primis l’agricoltura di montagna, cioè quella più fragile in assoluto. La crescita degli abbattimenti, infine, ha riguardato i distretti di bassa collina, appena sopra i centri abitati pedemontani come Sassuolo, Fiorano, Maranello e Savignano sul Panaro.