Più di mille cinghiali prelevati: è un vero e proprio record quello fatto registrare dall’Ambito Territoriale di Caccia Modena 2, un risultato mai raggiunto dagli ATC della provincia emiliana. Le squadre impegnate hanno quindi lavorato duramente, come testimoniato dai numeri degli ultimi anni: nella stagione venatoria 2015-2016 furono abbattuti 654 ungulati, nella stagione 2016-2017 altri 775, fino ai 1057 di quest’anno.
Rispetto a due stagioni fa c’è stato un aumento del 40%, senza tenere conto che l’attività non è ancora finita. I cacciatori coinvolti sono 800, divisi in dodici squadre e 8 distretti venatori. Francesco Lamandini, numero dell’ATC modenese, si è detto grato per l’impegno profuso, nella convinzione che l’emergenza cinghiale non è terminata, come confermato dalle segnalazioni degli agricoltori di collina e montagna. Gli stessi agricoltori e i cacciatori sono molto preoccupati per la crescita esponenziale dei selvatici.
Nemmeno un aumento del prelievo venatorio ha consentito di arginare i danni alle colture, per non parlare dell’impiego dei recinti. Nella stagione 2015-2016 i danni ammontavano a 3mila euro, passati incredibilmente a 24mila euro nella stagione attuale. La difesa riguarderà in primis l’agricoltura di montagna, cioè quella più fragile in assoluto. La crescita degli abbattimenti, infine, ha riguardato i distretti di bassa collina, appena sopra i centri abitati pedemontani come Sassuolo, Fiorano, Maranello e Savignano sul Panaro.