CABS (Committee Againist Bird Slaughter) e Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC) hanno unito nuovamente le loro forze per aggiornare i dati relativi al bracconaggio in Italia. I dati si riferiscono al periodo compreso tra il 1° febbraio 2015 e il 31 gennaio di quest’anno e hanno consentito di stilare una classifica piuttosto particolare. La provincia in cui si sono registrati più casi è Brescia, con 236 denunce, quasi il 18% del totale nazionale (1324).
L’analisi, intitolata “Calendario del cacciatore bracconiere 2015-2016 – Una rapida analisi della caccia illegale in Italia”, ha preso spunto dalla vigilanza messa in atto dal WWF e dalla Polizia Provinciale. La provincia lombarda rimane protagonista anche in diversi reati commessi in province diverse. Secondo quanto accertato, inoltre, sono rimaste coinvolte 95 province su 110, con quasi 600 casi relativi alla fauna selvatica, comunque 110 in meno rispetto a un anno prima.
Nel rapporto si può anche leggere come i reati siano stati commessi da circa il 78% di cacciatori, con licenza di caccia o con il documento posseduto negli anni passati. Al secondo posto della classifica di cui stiamo parlando si è piazzata invece Caserta, seguita a ruota da Napoli, Salerno, Reggio Calabria e Cagliari. Se, al contrario, si guarda alle regioni nel loro complesso ci si può accorgere che la Lombardia ha accumulato il più alto numero di fenomeni di bracconaggio, insieme a Campania, Toscana e Sicilia.