Retrievers: Labrador e Golden, Storia,evoluzione e caratteristiche
Dobbiamo soprattutto al perfezionismo degli inglesi, alla loro passione ed alla loro mania per la specializzazione e per la differenziazione dei compiti tra le varie razze, l’esistenza dei Retrievers, ovvero cani selezionati esclusivamente per il riporto della selvaggina morta e per il ricupero di quella ferita, compiti in cui sono, ovviamente, insuperabili.
La tradizione venatoria britannica ci ha definitivamente tramandato l’immagine ormai consolidata, del Retriever compostamente seduto alle spalle del padrone impegnato in una battuta ai fagiani, alle “grouses” o alle anatre, in attesa del via per incominciare il suo meticoloso, precisissimo lavoro di ricupero di morti e feriti anche dai posti più aspri ed impervi, anche dall’acqua più ghiacciata e profonda.
Un’altra immagine tradizionale del Retriever ce lo mostra mentre segue disciplinatamente, il padrone naturalmente un distintissimo gentleman inglese davanti al quale incrociano, battendo superbamente il terreno, due pointers. Azione grandiosa, ferma scultorea, consenso, guidata, frullo, sparo ed ecco che, mentre pointers rimangono immobili e quasi indifferenti, al cenno del padrone parte sollecito il retriever che recupera e riporta e si ricolloca prontamente alle spalle del cacciatore per riprendere ad assistere alla caccia in attesa di un nuovo intervento.
Un compito un po’ servile, se vogliamo (e ci viene da sorridere nell’immaginare un pointer che, ad occhi socchiusi e tartufo all’insù, possa rivolgersi al retriever mormorando: «James, prego, raccogliete!») ma anche un compito di primaria importanza ai fini del carniere e della formazione del «tableau».
Oggigiorno, tuttavia, con il declino di tante tradizioni aristocratiche e grandiose, anche in campi diversi dalla caccia, non capita più così spesso di assistere a scene simili, forse neanche in Gran Bretagna. Pressochè tutte le razze di cani da ferma e da cerca imparano ed eseguono alla perfezione i compiti propri dei Retrievers, a cui praticamente hanno rubato il mestiere, contribuendo in tal modo ad un certo declino ed alla scarsa popolarità e diffusione, soprattutto nel nostro Paese, di tali razze.
Attualmente sono cinque le razze di retrievers riconosciute dalla F.C. I.: «Curlycoated retriever», « Flat-coated retriever», «Golden retriever», «Labrador retriever» e «Chesapeake-bay retriever»
All’infuori di quest’ultima, creata e diffusa in una zona ben determinata e circoscritta degli Stati Uniti, la Baia di Chesapeake (Virginia) nota per la caccia alle anatre e per le sue acque perennemente agitate pericolose, le altre quattro razze di retrievers sono tutte di origine britannica. Tra queste, la razza più diffusa ed utilizzata è la Labrador, seguita ad una certa distanza dalla Golden ed è ad esse che dedicheremo un breve esame, visto che vengono anche allevate con competenza e passione, pure se in misura ridotta, nel nostro Paese.
LABRADOR RETRIEVER
Come dice lo stesso nome, questi cani provengono dalla lontana penisola del Labrador (Canada Nordorientale), ma i caratteri definitivi della razza vennero decisamente fissati in Gran Bretagna ad opera di appassionati allevatori che lavorarono con incroci e meticciamenti successivi su un ceppo di grossi, robustissimi cani neri, dal pelo folto e impermeabile, che un nobile inglese portò con sè in patria, appunto dal Labrador.
Pare che, tanto per dire della proverbiale, innata passione di questi cani per il riporto, essi venissero anche impiegati da pescatori della loro regione d’origine per recuperare grossi merluzzi e altri pesci che sfuggivano dalle reti durante le operazioni di recupero delle stesse. Robustissimo e solido, il Labrador effettua alla perfezione riporti dall’acqua, anche se profonda e gelata, dai roveti più intricati e spinosi, e da qualsiasi altro ambiente. Docile ed intelligente è di facile addestramento (anche precoce, purchè in mano ad un esperto).
Ha testa larga con stop pronunciato. Tartufo largo e narici ben sviluppate. Denti a forbice. Mascelle di media lunghezza, molto robuste. Occhi non grandi, svegli, di colore marrone o nocciola. Orecchie non grandi ne pesanti, bene attaccate ai cranio, ma piuttosto indietro. Collo forte e muscoloso. Anteriori robusti e diritti. Lombi larghi e forti. Piedi rotondi e compatti. Caratteristica distintiva della razza è la coda, detta “coda di lontra”, grossa, di media lunghezza, fittamente ricoperta di pelo, ma senza frange, portata alta ma non arrotolata sul dorso, a cavatappi. Colori: nero, marrone o biondo. Ammesso un po’ di bianco sul petto. L’altezza è di 55-57 centimetri per i maschi e 53-55 centimetri per le femmine, lI peso si aggira sui 25 – 30 chilogrammi.
GOLDEN RETRIEVER
È decisamente il più bello tra i retrievers e questo particolare, limitandone l’uso venatorio, ed aumentando il numero degli esemplari usati come cani da compagnia, ha anche influito, probabilmente, sulla sua minore diffusione rispetto ai Labradors. Un po’ come è successo per il setter irlandese.
Sulle origini del Golden c’è un’ipotesi tutta particolare, che riportiamo dal Libro «159 Razze di Cani» di F. Fiorone. Pare che, verso la metà del 1800, il solito lord inglese, stavolta lord Tweedmouth, acquistasse, da un circo (!) alcuni cani che lo avevano colpito e che gli dissero provenienti dal Caucaso dove venivano usati come cani da pastore. Con incroci tra loro in consanguineità e con robuste immissioni di sangue di altre razze, in special modo Bloodhound, e forse, più recentemente, setter irlandese vennero infine definitivamente fissati i caratteri della razza, che sono i seguenti: Aspetto generale di cane attivo e forte, ben proporzionato e ben costruito, con espressione dolce e con ottimo movimento. Cranio largo con stop ben pronunciato. Mascelle forti con dentatura a forbice. Occhi dolci e di colore scuro. Orecchie di media dimensione, bene attaccate. Collo pulito cerchiato. Anteriori diritti. Posteriori robusti con garretti non vaccini. Piedi rotondi. Coda coperta di pelo, con frange, portata alta con moderata inclinazione, mai arricciolata. Mantello liscio o arruffato con sottopelo fitto e impenetrabile all’acqua. Colore oro o ore- ma, in tutte le sfumature, mai però tendente al rosso mogano (dell’irlandese).
Pochi peli bianchi sono ammessi solo sul petto. Tartufo nero. Altezza: per i maschi 55- 60 centimetri, per le femmine 50 – 55 centimetri. Peso 29-32 chili peri maschi e 25-27 per le femmine.
IMPIEGO PRATICO DEI RETRIEVERS
Oltre che per i più volte menzionati, caratteristici compiti di recupero e riporto della selvaggina, si è provato, soprattutto negli Stati Uniti, a rendere la pariglia alle altre razze da caccia (che hanno imparato a riportare) tentando di invadere il campo della caccia vera e propria, In qualche caso i risultati pare che siano stati confortanti. Retrievers bene addestrati potrebbero ottenere dei buoni risultati in cacce di palude, tra i canneti, o nelle boscaglie a fagiani. E forse sarebbe un indirizzo da seguire per fare recuperare un po’ di popolarità tra i cacciatori a questi cani, belli e bravi ma “troppo specializzati”