Come ha sottolineato Federcaccia, il rapporto si limita a riportare le percentuale sui contrari alla caccia, ma il calo rispetto a un anno fa significa che le critiche e le strumentalizzazioni di chi si oppone all’attività venatoria non sono cambiate nel corso del tempo, però gli italiani stanno cominciando a rendersi conto che la realtà della caccia e di chi la pratica è molto diversa. Nel Rapporto Italia 2016 si fa riferimento anche agli animali: in particolare, è aumentata la percentuale di chi vorrebbe abolire la pratica del loro utilizzo nei circhi e negli zoo, mentre sono in calo le persone contrarie ai delfinari.
Sono cresciuti anche coloro che vorrebbero accogliere gli animali da compagnia nelle strutture alberghiere e che sono d’accordo sul loro accesso nei luoghi pubblici. Tornando a parlare di caccia, si possono integrare i numeri citati in precedenza con quelli emersi da una ricerca di qualche anno fa che venne svolta da AstraRicerche per il Comitato Nazionale Caccia e Natura. Quasi la metà degli intervistati (48%) spiegò di essere in qualche modo vicina all’attività venatoria, sia perché la praticava sia perché aveva famigliari o amici cacciatori.
Soltanto il 13% del campione preso in esame affermò di non conoscere assolutamente nulla della caccia e dei cacciatori, in primis le donne, gli anziani e giovani tra i 18 e i 24 anni. Vanno citati anche i numeri relativi agli ex cacciatori di quel periodo (circa il 5%) e alle persone che vanno a caccia senza sparare (3%, specialmente uomini tra i 45 e i 64 anni). A distanza di anni sono cambiate molte cose e sono intervenute anche novità legislative: i dieci punti percentuali in meno di “oppositori” è un dato che fa riflettere e che potrebbe consentire un dialogo più diretto e senza pregiudizi tra le parti in causa.