Sono ben sette gli arresti dei Carabinieri di Reggio Calabria nell’ambito di un’inchiesta che ha fatto venire a galla il tentativo di controllo mafioso del territorio, oltre a una serie di altri reati. La zona è quella di Seminara e le indagini dei militari sono iniziate dopo una serie di rapine ai danni dei cacciatori reggini. Le accuse sono quelle di rapina, falsificazione di monete, furto, ricettazione, danneggiamento e delitti in materia di armi e stupefacenti.
Le persone finite in manette sono gli autori di dieci rapine che hanno visto come vittime i cacciatori, costretti a consegnare i loro fucili dopo che i malviventi esplodevano in aria alcuni colpi per intimidirli. I sette entravano in azione sempre allo stesso modo, conoscendo bene il territorio dell’Aspromonte e studiando le vie di fuga. I fatti si riferiscono al periodo compreso tra il novembre del 2016 e il settembre del 2018, dunque quasi due anni.
I fucili da caccia rubati sarebbero almeno dieci: le armi venivano nascoste in appositi casolari per essere poi presi nel momento del “bisogno”. Non sono mancati altri reati, come ad esempio i furti di carburante dalle auto parcheggiate e i danneggiamenti alle abitazioni e alle vetture.