Curiosando sul social network Facebook, ci siamo imbattuti in un post del comitato animalista che sta raccogliendo le firme per il cosiddetto referendum per abolire la caccia. Siamo venuti così a sapere di un’azione legale promossa da un altro gruppetto, riconducibile all’area animalista, nei confronti del comitato su presunte irregolarità nella raccolta delle firme. In considerazione del fatto che questo referendum è stato snobbato dalle associazioni animaliste meno estremiste, che i risultati della raccolta delle firme di questo quesito sono impietosi, soprattutto se confrontati con il grande interesse suscitato da questioni serie come eutanasia e legalizzazione della cannabis. Alla luce di tutto questo, visto che, anche questi gruppetti di “animalisti integralisti”, si beccano come i capponi di Renzo di manzoniana memoria, quale può essere stato il fine reale che ha mosso la promozione del quesito referendario? Vorremmo tanto saperlo (Fonte: Arci Caccia).
Un canale su cui indagare L’eurodeputato monfalconese Anna Maria Cisint (Lega) ha posto l'accento su una questione finora poco dibattuta: "Da tempo ci giungono notizie in merito all’esistenza di un canale di comunicazione privilegiato tra la Direzione Generale Ambiente della...
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