Rabbia Silvestre, al via la seconda fase della vaccinazione, in ditribuzione 60 mila esche vaccinali per volpi.
Rabbia Silvestre – Bolzano: E’ partita in Alto Adige la seconda fase della vaccinazione contro la rabbia. Da lunedì pomeriggio elicotteri in volo, in tutta la Provincia, per distribuire circa 60mila esche vaccinali destinate alle volpi.
L’obiettivo è quello di rendere gli animali immuni dalla rabbia silvestre che sta colpendo regioni e province circostanti. “La rabbia non ha ancora raggiunto l’Alto Adige – spiega l’assessore Hans Berger – e con questa seconda vaccinazione di massa cercheremo di mantenere la situazione invariata”.
In questi primi mesi del 2010, sono quasi 150 i casi di rabbia silvestre segnalati nelle regioni del Nord-Est: 135 in Veneto, 11 in Friuli e 3 in Trentino. Oltre alle volpi, che sono gli animali più colpiti, la rabbia è stata riscontrata anche in alcuni esemplari di gatti, cervi, tassi e cavalli. “L’unico modo per cercare di tenere il virus lontano dalla nostra Provincia – prosegue Berger – è procedere alle vaccinazioni di massa”. Ed ecco che, ha preso il via la seconda fase dell’operazione: 60mila esche vaccinali lanciate dagli elicotteri in diversi punti del territorio altoatesino, tutti al di sotto dei 1.500 metri di altitudine.
“Tempo permettendo, grazie a questa massiccio intervento – sottolinea l’assessore Hans Berger – contiamo di concludere la seconda vaccinazione di massa nel giro di quattro giorni”.
Le esche vaccinali sono grandi circa 4 centimetri, e assomigliano molto ai biscotti per cani, ma hanno una consistenza e un odore in grado di attirare le volpi. “All’interno dell’esca – spiega Ernst Stifter, vicedirettore del Servizio veterinario provinciale – è contenuta una sostanza che consente di immunizzare l’animale. Uomini e cani che, per sbaglio, dovessero ingerire l’esca, non corrono alcun rischio, ma lungo i sentieri e nelle zone frequentate dagli escursionisti sono comunque stati installati dei cartelli che segnalano la presenza delle esche per la rabbia silvestre”.
Fonte: La Voce del Nord Est