Secondo il prestigioso giornale britannico The Guardian, in un articolo del 7 aprile dove viene intervistata l’ambientalista Stefania Travaglia del Committee Against Birds Slaughters (gruppo di attivisti europei antibracconaggio), Brescia è il luogo, nel continente europeo, dove si uccidono illegalmente più uccelli. Il sodalizio ambientalista, sulla base di 40 anni di attività nell’area, come riportato da The Guardian, ritiene che “i bracconieri si sono impossessati dai 400mila al milione di uccelli”. L’affare, secondo quanto riporta il giornale inglese, è redditizio, perché fa guadagnare da tre euro a uccello morto a 100 per uno vivo.
Sempre su The Guardian si legge anche che, se “è contro la legge cucinare uccelli nei ristoranti italiani, piatti come lo spiedo e la “polenta e osei“ sono ancora serviti in zone rurali del nord”. Gli ambientalisti, sul Guardian, ritengono che il 70% dei bracconieri catturati abbia la licenza di caccia.Le reazioni nel Bresciano , ieri, non sono mancate. “Si tratta delle solite maldicenze periodicamente diffuse da frange estremiste di ambientalisti – dice Marco Bruni, presidente di Federcaccia -. Quest’anno il Wwf ha pubblicato il resoconto della propria attività in provincia di Brescia, affermando di avere elevato 20 sanzioni penali. I cacciatori bresciani sono 20mila, con una media di 20 giornate di caccia ciascuno. I numeri sono infinitesimali.
Non vengano poi gli inglesi a giudicarci quando se si va a caccia nel Regno Unito, nello specifico in Scozia, per una giornata con cane al seguito a caccia del gallo cedrone si spendono anche 500 Sterline. In Italia il gallo cedrone è tutelato e nessuno nel Bresciano l’anno scorso è stato multato per averne ucciso uno“. Secondo l’ultimo guardiabosco comunale d’Italia, Giuseppe Quetti, agente di polizia locale a Pisogne, ciò che ha scritto il Guardian “Non è vero. A Pisogne, abbiamo multato dieci bracconieri. I cacciatori sono 400 e nessuno ha compiuto illeciti. Brescia è la provincia italiana con più cacciatori, ma cacciatore e bracconiere non sono la stessa cosa” (Il Giorno).