Sempre su The Guardian si legge anche che, se “è contro la legge cucinare uccelli nei ristoranti italiani, piatti come lo spiedo e la “polenta e osei“ sono ancora serviti in zone rurali del nord”. Gli ambientalisti, sul Guardian, ritengono che il 70% dei bracconieri catturati abbia la licenza di caccia.Le reazioni nel Bresciano , ieri, non sono mancate. “Si tratta delle solite maldicenze periodicamente diffuse da frange estremiste di ambientalisti – dice Marco Bruni, presidente di Federcaccia -. Quest’anno il Wwf ha pubblicato il resoconto della propria attività in provincia di Brescia, affermando di avere elevato 20 sanzioni penali. I cacciatori bresciani sono 20mila, con una media di 20 giornate di caccia ciascuno. I numeri sono infinitesimali.
Non vengano poi gli inglesi a giudicarci quando se si va a caccia nel Regno Unito, nello specifico in Scozia, per una giornata con cane al seguito a caccia del gallo cedrone si spendono anche 500 Sterline. In Italia il gallo cedrone è tutelato e nessuno nel Bresciano l’anno scorso è stato multato per averne ucciso uno“. Secondo l’ultimo guardiabosco comunale d’Italia, Giuseppe Quetti, agente di polizia locale a Pisogne, ciò che ha scritto il Guardian “Non è vero. A Pisogne, abbiamo multato dieci bracconieri. I cacciatori sono 400 e nessuno ha compiuto illeciti. Brescia è la provincia italiana con più cacciatori, ma cacciatore e bracconiere non sono la stessa cosa” (Il Giorno).