I cacciatori pugliesi hanno avuto un inizio di stagione travagliato. L’ormai inevitabile ricorso al Tar, puntuale come l’ingiallire delle foglie, è arrivato e questa volta è costato la chiusura della caccia. Per fortuna le Associazioni, compatte, stanno lavorando, come testimonia il comunicato uscito ieri sera a firma di tutte le associazioni pugliesi così come testimoniano i due comunicati uno delle AAVV e uno della Regione che danno speranza al mondo venatorio di arrivare a una soluzione positiva checché ne dicano taluni uccelli del malaugurio.
Oggi in Regione si è svolta una riunione con tutte le associazioni venatorie: Federcaccia, Arci Caccia, Enalcaccia, Italcaccia, Libera Caccia, CPA, EPS e ANUU. È stato richiesto alla Regione l’adozione di un provvedimento amministrativo urgente affinché venga ripresa immediatamente l’attività venatoria in Puglia. Arci Caccia ha allegato anche il comunicato diffuso dalla Regione a precisare lo svolgimento dei fatti: “La Regione Puglia ha difeso il calendario venatorio impugnato innanzi al Tar di Bari, ottenendo un provvedimento cautelare favorevole (ordinanza n. 376 del 20.09.2019). L’istanza di sospensione è stata reiterata in grado di appello e sarà discussa nella camera di consiglio del 24 ottobre.
Nelle more, il Presidente della III Sez. del Consiglio di Stato ha concesso un decreto monocratico di sospensione del calendario venatorio avente efficacia sino alla citata udienza camerale del 24 ottobre. La Regione Puglia si è costituita ritualmente anche dinanzi al Consiglio di Stato e ha presentato un’istanza di revoca o modifica del decreto reso inaudita altera parte, finalizzata ad ottenere chiarimenti circa l’effettiva portata della sospensione temporaneamente disposta e, in ogni caso, un’anticipazione della udienza camerale, in modo che tutti gli interessi possano essere collegialmente valutati nell’integrità del contraddittorio tra tutte le parti in causa”.