Il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte ha accolto il ricorso ambientalista e animalista contro il controllo del cinghiale. In particolare, le associazioni volevano evitare l’impiego dei fucili senza che prima l’ISPRA avesse trovato ogni soluzione possibile per frenare l’emergenza. Il ricorso è stato presentato da Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC), Lega Anti Vivisezione (LAV), OIPA e SOS Gaia. La presa di posizione della Città Metropolitana di Torino era stata respinta dal Consiglio di Stato lo scorso 13 dicembre.
La legge nazionale prevede che gli abbattimenti degli ungulati avvengono dopo aver dimostrato la scarsa efficacia degli interventi ecologici, senza coinvolgere i cacciatori e in seguito a un parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Ecco cosa ha spiegato Barbara Azzarà, consigliere provinciale con delega all’Ambiente: “Ora gli abbattimenti sono bloccati perché stiamo aspettando il parere dell’ISPRA sul nuovo piano che abbiamo presentato e che si rifà alle direttive nazionali, spero che la risposta ci arrivi entro le prossime due settimane.
Ai cinghiali, come soluzione estrema, potranno sparare solo i proprietari e i conduttori di fondi e personale preparato della Città Metropolitana. Il nostro obiettivo non è abbattere indiscriminatamente, ma contenere i danni alle coltivazioni almeno dell’8% per questo doteremo le aziende di accorgimenti per tenere lontano gli animali”.