L’appello dell’associazione agricola
“Subito la piena attuazione del Piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della pesta suina africana e del programma straordinario di catture, abbattimento e smaltimento dei cinghiali”. L’appello è stato rivolto da Cia Veneto ad Oscar Da Rold, coordinatore operativo delle polizie provinciali per il contenimento della fauna selvatica, in occasione di un incontro che si è tenuto nella sede di Cia Padova. “Abbiamo chiesto che non sia soltanto il mondo agricolo a dover contrastare, mettendo in campo delle risorse economiche proprie, la continua proliferazione degli ungulati e, in generale, della fauna selvatica”. Si tratta di una criticità, precisa il presidente Gianmichele Passarini, “che interessa tutta la comunità, e come tale va gestita”.
La parola chiave è semplificazione
Per quanto riguarda le proposte, Cia Veneto ne ha avanzato una che prevede un contributo ad hoc per le attività di controllo e gestione dei cinghiali nei quattro distretti suinicoli individuati dalla Regione: Alto Veronese, Basso Veronese, Colli Euganei-Basso Vicentino, Veneto centro”. Oltre alla deresponsabilizzazione degli stessi agricoltori allorché posizionano le gabbie e i chiusini forniti dall’amministrazione regionale, come da accordo stipulato assieme alle organizzazioni agricole. La parola chiave, in altri termini, è semplificazione. “Deve passare il concetto -aggiunge Passarini- che la problematica non interessa solo il comparto agricolo, ma la collettività. Pensiamo, ad esempio, alla questione della sicurezza stradale. Chi risponde in caso di incidente tra un’auto e un cinghiale lungo una strada?”.
Un problema collettivo
“Basta scaricare ogni responsabilità sugli imprenditori agricoli -osserva il presidente-. Pure gli altri attori del sistema sono chiamati a fare la propria parte al fine di risolvere una volta per tutte un problema collettivo”. In questo quadro “tutte le azioni che vanno nella direzione della salvaguardia del settore suinicolo veneto dalla psa sono da adottare senza se e senza ma”. Oggi, nella nostra Regione, la filiera vale oltre 90 milioni di euro all’anno, per un totale di 1.522 allevamenti professionali e 681.763 capi. Le province maggiormente vocate sono quelle di Verona (43%), Treviso (18%) e Padova (15%). In caso di avvento della psa, Cia Veneto prevede delle perdite di oltre il 10% del fatturato complessivo, ovvero almeno 10 milioni di euro in dodici mesi. “E si tratta di una stima al ribasso -conclude Passarini-. Ecco perché il virus va combattuto fin d’ora con ogni mezzo, nonostante non via sia alcuna emergenza a livello regionale” (fonte: CIA).