Dal 1982, è in possesso del porto d’armi per difesa personale. E dal 1995, come perito balistico, è iscritto all’Albo dei consulenti tecnici del tribunale di Padova. Eppure, il 2 marzo scorso, il 60enne Marco Piovan, presidente della sezione cittadina del Tiro a segno nazionale di via Goito e già atleta di discipline sportive quali ad esempio il tiro dinamico con pistola automatica e ad aria compressa, è stato sorprendentemente raggiunto da un provvedimento restrittivo da parte del questore Isabella Fusiello. E questo perché, nella sua abitazione, pur stipate in alcuni appositi armadi blindati, custodisce ben 202 armi da sparo che, anche se in minima parte, adopera per lo svolgimento della sua professione. Tale numero, però, è stato ritenuto eccessivo dal questore Fusiello, che ha quindi intimato a Piovan di limitare a 100 gli esemplari conservati in casa, disfandosi invece degli altri 102 nell’arco dei successivi sei mesi.
«Il trend di furti in abitazione, con illecito asporto di armi rinvenute dai soggetti attivi del reato, costituisce un fattore di allarme. Tanto più – si sostiene nel provvedimento del questore – quando in uno stesso immobile, ancorché nelle forme di legge e con l’osservanza delle prescrizioni imposte, è custodito un considerevole numero di armi da sparo». Inoltre, recita sempre il dispositivo firmato dalla dottoressa Fusiello, «la presenza in uno stesso immobile di un elevato quantitativo di armi, senza la prescrizione di un limite massimo di detenibilità, costituisce un elemento di rischio anche per eventuali comportamenti non legittimi da parte dello stesso titolare delle armi e per la stessa incolumità dell’interessato».
Contro tale provvedimento, difeso dagli avvocati Stefano Bigolaro, Clara Silvano eFabrizio De Zanet, Piovan ha deciso di presentare ricorso al Tar, evidenziando che «secondo i dati dell’Istat, dal 2015 al 2019, il trend di furti in abitazione a Padova e provincia è andato in diminuzione», che «l’imposizione di un limite numerico (in merito al quantitativo di armi da possedere in casa, ndr) arbitrariamente individuato non costituisce un mezzo in grado di garantire la sicurezza pubblica» e che «il dispositivo impugnato compromette la possibilità del ricorrente (lo stesso Piovan, ndr) di svolgere la sua attività di perito balistico per conto dell’autorità giudiziaria». Ragioni, quelle appena elencate, che giovedì 14 ottobre hanno portato il presidente della prima sezione del Tar, Maddalena Filippi, ad accogliere il ricorso di Piovan, annullando di conseguenza il provvedimento assunto dal questore sette mesi e mezzo fa.
«Sono semplicemente un appassionato e collezionista di armi sin da quando ero un ragazzo. E col passare del tempo – spiega il presidente padovano del Tiro a segno nazionale – ho trasformato quest’interesse prima in un’attività sportiva e poi in una professione. Detto questo, non ho mai utilizzato la stragrande maggioranza degli esemplari che custodisco nella mia abitazione e, ovviamente, non ho mai sparato contro una persona né contro un animale. Difatti, pur non essendo contrario alla caccia, non punterei mai una pistola nemmeno contro una farfalla» (Corriere del Veneto).