Silvio Debolini, numero uno dell’URCA di Siena (Unione Regionale Cacciatori dell’Appennino) si è rivolto all’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Remaschi, in merito ai piani e ai tempi di prelievo relativi a caprioli e cervi. Il riferimento del presidente è andato alle aree problematiche della provincia toscana. I piani e le tempistiche sono stati modificati da qualche tempo e l’associazione è rimasta basita.
L’abbattimento delle femmine sottili di capriolo dal 15 agosto al 30 settembre è stato definito “assurdo”, mentre è considerato surreale un tratto di un allegato che parla di errori di prelievo. L’URCA senese ha ribadito il suo parere favorevole alla riduzione di cervidi e suidi nelle aree problematiche, tenendo conto dei numeri dei vari distretti locali. La Regione Toscana ha però diminuito i numeri degli animali assegnati, come ad esempio nel caso dei caprioli (3105 capi rispetto ai 1567 assegnati nel 2015-2016).
L’Unione teme che ci saranno sperimentazioni inaccettabili, in particolare l’utilizzo della braccata e dei cani da seguita nella caccia a cervidi e bovidi. I cacciatori senesi sono rimasti inoltre esterrefatti dopo aver scoperto che i cervi sono stati dichiarati non vocati e non atti all’eradicazione nel Chianti e in aree densamente boscate. In poche parole, i punti che non convincono sono tanti e un confronto appare quanto meno indispensabile.