Il presidente della Provincia di Arezzo Silvia Chiassai Martini ha preso in carico le numerose lamentele e le rimostranze dei cacciatori, costretti a fare i conti con una nuova regolamentazione di selezione alla specie cinghiale, e scrive alla Regione Toscana. A scatenare il malcontento è stato il decreto n. 7 del 16.06.2020 emanato dal commissario dell’ATC 1 che riapre anche la questione di una gestione fallimentare della caccia dopo la riforma Delrio. “Le Province, con la scellerata riforma Delrio, – afferma la presidente – sono state relegate ad un ruolo marginale rispetto invece a problematiche importanti sulla gestione della fauna selvatica.
Oggi subiamo gli effetti di quelle scelte sbagliate sul territorio con gravi danni causati all’ambiente e all’agricoltura, duramente colpiti anche dal proliferare degli ungulati. Il decreto emanato di recente non contribuisce di certo alla soluzione delle criticità, anzi alimenta la confusione, oltre a risultare palesemente in contrasto con quanto previsto dalla DGR 625/2020 a cui fa riferimento, e con altre normative regionali, come segnalato anche nella diffida rivolta al commissario dell’ATC 1 dal dirigente regionale dell’ufficio caccia.
Il decreto in oggetto, fra l’altro, inibisce il prelievo del cinghiale ai cacciatori di selezione al capriolo durante le uscite programmate, con grande preoccupazione per i danni all’agricoltura ed esponendo ulteriormente il rischio di incidenti stradali talvolta mortali per l’attraversamento di questa specie animale. Ho chiesto pertanto un intervento urgente al Presidente della Regione Rossi che rimetta ordine, ristabilisca la certezza del diritto in materia e riporti serenità nel mondo venatorio che, come quello della provincia di Arezzo, da troppo tempo si sente abbandonato a se stesso, da quando la delega è stata tolta e presa dalla Regione. Nei Piani Faunistici passati, le Province sono state protagoniste avendo esse una conoscenza capillare della propria realtà e dove la Regione svolgeva, di fatto, solo una funzione di coordinamento fra le varie realtà provinciali. Da anni, dopo la Delrio, assistiamo invece ad una gestione fallimentare della caccia delegata dalla Regione alle ATC senza entrare nel merito delle esigenze del mondo venatorio e agricolo senza sapere dove vadano, per esempio, a finire le tasse versate dei cacciatori e come vengano reinvestite.
Si fa ricorso ai tesserini venatori cartacei, quando altri strumenti più agevoli e pratici consentirebbero di risparmiare denari importanti a vantaggio di un settore che deve essere valorizzato. Penso che sia necessario un nuovo patto del territorio fra agricoltori, cacciatori, mondo ambientalista e istituzioni, finalizzato al conseguimento dell’equilibrio delle popolazioni della fauna selvatica, al contenimento dei danni all’agricoltura, in cui la Provincia torni ad avere un ruolo attivo. Sono tanti gli appassionati che praticano la caccia anche nella nostra provincia, ma serve una nuova riorganizzazione che tenga conto delle richieste di chi la pratica e delle necessità del territorio. – ha concluso Chiassai Martini” (Arezzo Notizie).