«Una figura indispensabile per ridurre i cinghiali». Così il consigliere provinciale di Alessandria Stefano Zoccola, delegato alla caccia, definisce il tutor, ruolo assegnato ai titolari di terreni che possono essere chiamati dagli agricoltori vittime dei cinghiali, previa autorizzazione della Provincia. «Ci siamo dovuto fermare a 500 persone – spiega Zoccola -, pur avendo ricevuto molte più domande. Da quando è stato introdotto, il tutor si è rivelato fondamentale nel ridurre i danni causati dai cinghiale». Il tutor, di fatto, può sparare tutto l’anno e anche di notte. Può agire in via preventiva su richiesta dell’agricoltore che tema devastazioni, magari dopo una semina.
A bussare alla porta della Provincia, sono stati tantissimi e per molti c’è stata l’esclusione. «Sono un centinaio i non autorizzati – precisa Zoccola –, ma ora intendiamo selezionare i tutor autorizzati in base ai risultati ottenuti, cioè a quanti cinghiali hanno abbattuto. In questo modo, chi non ha lavorato bene sarà sostituito da chi è rimasto escluso». Secondo Zoccola, in realtà sono una minoranza i tutor che hanno effettuato un numero adeguato di abbattimenti. Un’altra strada che la Provincia intende percorrere è utilizzare i fondi arrivati dalla Regione per incentivare quella che tecnicamente viene chiamata la «protezione del raccolto», in realtà gli abbattimenti dei cinghiali: «Da Torino sono stati stanziati 68 mila euro per la provincia. L’obiettivo è impiegare questa somma anche per pagare i buoni benzina ai primi cento tutor».
La Provincia, sostiene Zoccola, non ha molte alternative per tutelare i raccolti: «Abbiamo solo 25 guardie provinciali su un territorio molto grande: impossibile pensare di affrontare il problema con questi numeri». Se l’ente ritiene soddisfacente l’impiego dei tutor, Roberto Prando, presidente degli Ambiti di caccia (Atc) Al3 e Al4, la pensa diversamente: «La Provincia non ha fatto nessuna selezione fra i 500 autorizzati: bastano il porto d’armi e un corso d appena quattro ore di caccia al cinghiale. Ci sono persone non in grado di sparare di giorno e adesso lo possono fare persino di notte. Nei due Atc che presiedo, ho limitato l’uso di queste figure». Secondo Prando, da gennaio ad agosto nell’Atc acquese e ovadese, «sono stati abbattuti appena cinquanta cinghiali dai tutor. Nello stesso periodo, grazie ai selecontrollori, nell’Atc tortonese e Val Borbera ne abbiamo colpiti 160. Ricordo che nella caccia di selezione si rispettano i giorni e si paga per poter sparare, al contrario dei tutor, che è impossibile controllare. Abbiamo avuto casi di tutor autorizzati a cacciare in campi coltivati a pioppo, dove i cinghiali non fanno alcun danno» (La Stampa).