Come si sono svolti i fatti
Non solo un calendario venatorio tormentato, le Marche riservano anche una notizia molto particolare di cronaca che ha a che fare con la caccia. In provincia di Fermo, una donna è stata infatti sanzionata e condannata con un’accusa ben precisa, interruzione di pubblico servizio. Il motivo è presto detto, la signora ha protestato contro una battuta di caccia al cinghiale.
Cosa ha detto la donna
La versione della protagonista della vicenda è stata messa nero su bianco dal Resto del Carlino che ha raccolto le parole della donna stessa: “È capitato che in un giorno di festa mi sono vista proprio di fronte alla proprietà una battuta di caccia al cinghiale, definita di controllo, con l’ausilio di cacciatori del posto e con l’utilizzo di carabine e fucili, autorizzata dalla Provincia con l’ausilio della Polizia provinciale. Non c’è stato nessun preavviso e nemmeno indicazioni nei giorni precedenti che ci dicevano di fare attenzione, di evitare di uscire o di far uscire i nostri animali, nessuna informazione per capre il motivo di quella decisione“.
Versione di parte
La signora ha anche aggiunto: “Pensavo di essere a rischio, ho filmato la situazione col mio telefonino ma non ho fatto altro, racconta ancora la donna. Al massimo ho fatto qualche foto ma non sono entrata in contatto con i cacciatori, peraltro armati. Pensavo comunque che la cosa fosse finita così, invece dopo qualche mese mi è arrivato un decreto di condanna della Procura della repubblica di Fermo dove vengo accusata di aver interrotto un pubblico servizio. Ho pagato la multa, anche se ancora non ho capito bene il motivo, ma la condanna penale mi pesa molto e quello che mi dispiace è che non si possa nemmeno protestare dentro casa propria per far valere le proprie ragioni, in una situazione che mi sembrava del tutto pericolosa per me e per gli altri, senza fondata giustificazione e soprattutto senza le necessarie informazioni per noi che ci siano trovati comunque coinvolti“.
L’intervento di Animal Liberation
Intanto l’associazione Animal Liberation si è detta pronta a risolvere quello che viene considerato un problema, suggerendo di fare ricorso e proponendo assistenza legale. In particolare, sono state sottolineate delle presunte violazioni in merito alla segnaletica nella zona della battuta di caccia e al rispetto delle distanze.