Lega Nord favorevole alle proposte di federalismo venatorio avanzate da alcuni esponenti del Pd
La Lega Nord favorevole alle proposte di federalismo venatorio che, recentemente, sono state avanzate da alcuni esponenti del Pd (locali e non) e da diverse associazioni di categoria.
«La Lega — dicono gli esponenti ravennati del Carroccio — non può che condividere l’esternazione di Claudio Casadio nel richiedere che anche le tasse delle concessioni governative vengano riversate nel territorio in cui vengono pagate. Teniamo però a sottolineare che, contrariamente alle posizioni tipiche della sinistra, non vorremmo finissero in qualche ulteriore ente locale il cui bilancio è è composto solo da stipendi di presidenti e vicepresidenti, magari con doppi incarichi».
«Le risorse economiche raccolte dalle tasse del ‘federalismo venatorio‘ — dice Rudi Capucci, della sezione di Lugo del Carroccio — potrebbero essere destinate all’acquisto o all’affitto di terreni che potrebbero essere investiti a bosco, a macchia, nonché alla creazione di specchi d’acqua e di vegetazione tali da costituire un luogo di ripopolamento dell’avifauna». «Con questa proposta — aggiunge Paolo Guerra, esponente leghista di Ravenna — queste aree diventerebbero luoghi di estremo interesse naturalistico, isole di verde sparse in una zona, la pianura padana, ormai fortemente antropizzata». Posizioni, quelle di Capucci e Guerra, su cui si trovano d’accordo anche altri colleghi di parito, come Vincenzo Papi e Giovanni Calisesi. Papi sottolinea di evitare di prendere a modello gli Ambiti territoriali di caccia attuali, che «richiedono ulteriori costi a carico dei cacciatori e che, in alcune zone, sono troppo piccoli». Calisesi, invece, ricorda come l’eventuale creazione di piccole oasi per il ripopolamento della fauna potrebbe portare a un’estensione «della caccia in deroga alle specie dannose come gli storni, sia territorialmente sia ampliandola ad altre specie dannose».
La Lega, infatti, propone di modificare anche la vigilanza venatoria, «oggi nelle mani di troppi soggetti». Da qui la richiesta, alla futura amministrazione provinciale ravennate, di garantire «una gestione più serena e consapevole di questa competenza».
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