La legittima difesa in casa propria non dovrà più essere considerato un reato: è questa la sintesi estrema di una iniziativa popolare di cui si sta parlando parecchio negli ultimi giorni e che potrebbe cambiare radicalmente la tutela del domicilio. Si tratta di una proposta del partito dell’Italia dei Valori il cui testo è il seguente: “Una proposta di legge popolare per punire più severamente la violazione del domicilio col raddoppio delle pene e per accrescere la possibilità di difesa legittima senza incorrere nell’eccesso colposo. Con la nostra proposta chi si introdurrà nei privati domicili saprà, dunque, di pagare più severamente e di non potersi trasformare da aggressore in vittima chiedendo il risarcimento dei danni. Per le stesse ragioni chi difende l’incolumità o i beni propri o altrui all’interno del proprio domicilio non potrà rispondere della propria condotta, neppure a titolo di eccesso colposo in legittima difesa”.
La nota poi prosegue: “L’ampliamento legislativo della tutela, volto anche ad evitare il rischio di alimentare la cultura dello “sceriffo fai da te”, cavalcata da forze politiche estremiste nei toni ma improduttive nelle soluzioni, vuole invece costituire un più forte deterrente verso i criminali”. In pratica si sta chiedendo la modifica di due articoli del Codice Penale, il 55 (quello che disciplina l’eccesso colposo) e il 614 (“Violazione di domicilio”). L’obiettivo è quello di aumentare la pena da infliggere, senza dimenticarne un altro, vale a dire l’impossibilità per chi viola il domicilio di chiedere il risarcimento dei danni subiti.
Il tema dei furti e delle rapine in casa interessa ovviamente da vicino tutti i privati cittadini, ecco perché l’iniziativa sta facendo discutere. C’è però un pizzico di confusione, dunque qualche precisazione è necessaria. In particolare, c’è chi è convinto che presso i comuni di residenza si possano raccogliere le firme per il referendum sulla legittima difesa. In realtà gli enti locali non ne sanno nulla, per il momento l’Italia dei Valori ha semplicemente avanzato una proposta di legge popolare.
Come sottolineato dal Comitato Direttiva 477, nato dall’iniziativa di appassionati, collezionisti e operatori del settore armiero dopo l’approvazione della legge che impone dei limiti alle armi e al loro utilizzo venatorio, se si arriverà a presentare un vero e proprio testo normativo bisognerà valutare gli emendamenti in grado di migliorare la situazione attuale. La proposta da sola non basta per produrre effetti e cambiare la legge che c’è adesso, il progetto concreto potrà essere presentato con almeno 50mila firme, una raccolta che può avvenire anche in piazza e non esclusivamente in un ufficio comunale oppure all’anagrafe.