Le cause di un declino
Sabato 27 maggio Federcaccia Lombardia ha organizzato un convegno al “Cremona Palace Hotel”, per la presentazione dei risultati del “Progetto Lepre”. Si tratta di uno studio nato dall’esigenza di individuare le cause di declino della consistenza delle popolazioni lombarde di lepre e finalizzato all’individuazione di nuove strategie gestionali per la specie e per l’ambiente in cui vive. Il presidente regionale di Federcaccia Lombardia, l’Avvocato Lorenzo Bertacchi, ha aperto i lavori ringraziando tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto: in primis i tecnici di Studio Geco e il suo staff, che hanno reso possibile la realizzazione di questa ricerca, la Dott.ssa Antonella Labate, coordinatore del progetto e consulente di Federcaccia Lombardia, ISPRA per la supervisione scientifica, le DG Agricoltura e Welfare di Regione Lombardia che ha riconosciuto la valenza dell’iniziativa collaborando e supportando il progetto ed infine gli Ambiti Territoriali di caccia, che hanno messo a disposizione le loro ZRC e tutti i volontari che si sono rimboccati le maniche per garantire la riuscita sul campo delle attività di ricerca.
Gestione faunistico venatoria
Il “Progetto lepre” e il “Manuale di buone pratiche per la gestione faunistico venatoria della lepre nel comparto planiziale” che ne è scaturito, hanno l’obiettivo di offrire a tutti i cacciatori una nuova visione gestionale e soprattutto uno strumento semplice e pratico per la scelta delle strategie da mettere in campo per gestire un patrimonio faunistico importante come quello rappresentato dalla Lepre e di fornire un utile supporto ai Comitati di Gestione, che ogni anno incontrano sempre maggiori problemi per procurare le lepri per gli interventi di ripopolamento. L’intento di Federcaccia è stato di valutare tecnicamente e scientificamente i risultati delle iniziative di ripopolamento che vengono intraprese dagli ATC, rapportandoli alla provenienza delle lepri e alle caratteristiche del territorio in cui i capi vengono rilasciati.
Valorizzazione del patrimonio faunistico
Il presidente regionale Lorenzo Bertacchi ha ribadito l’importanza dell’utilizzo di un approccio scientifico per la valorizzazione del patrimonio faunistico e degli habitat idonei per la fauna selvatica, insieme allo sviluppo di una cultura gestionale dei cacciatori che devono investire nel mantenimento e nella cura degli habitat oltre che nel rispetto del patrimonio faunistico. “Confidiamo che i nostri iscritti -ha concluso Bertacchi-, apprezzino come vengono investite le risorse e che scegliere Federcaccia significa scegliere il meglio: nessuno come noi investe nella difesa della caccia con il TAR, nella ricerca e nella comunicazione”. Tanti gli ospiti presenti, a partire da Floriano Massardi, Presidente della Commissione VIII Agricoltura Montagna e Foreste di Regione Lombardia. Il consigliere regionale ha ribadito l’importanza dell’approccio scientifico, che dovrebbe essere perseguito da tutti gli attori coinvolti nella gestione del patrimonio naturale. Massardi, Federcacciatore da sempre, è fiducioso e afferma che in questa nuova legislatura, il mondo venatorio godrà di una considerazione maggiore rispetto a quella appena conclusa e ha dichiarato il suo impegno come presidente dell’VIII Commissione a difendere le istanze del mondo venatorio. A seguire ha preso parola Gianni Turcati, Presidente Regionale Pro Segugio, che si è complimentato per lo straordinario progetto e ha ribadito l’importanza della gestione della lepre e del lavoro degli ausiliari.
Analisi del territorio
Dopodiché si è passati direttamente al progetto. La Dott.ssa Elisa Armaroli, di Studio Geco, ha realizzato una presentazione tecnica, in cui ha ricostruito la storia del progetto lepre, passando in rassegna tutte le fasi operative della ricerca, dall’analisi del territorio, alla scelta dell’area di studio e dei soggetti riproduttori, per poi raccontare i risultati del progetto, sia per quanto riguarda gli aspetti demografici e ambientali sia quelli sanitari. Sono emersi dei risultati straordinari, dall’unione dei dati ottenuti da questo progetto e da quello gemello portato avanti dall’ATC Unico di Brescia: bisogna tutelare l’habitat in cui questi animali vivono e ripensare le modalità di immissione, abbandonando i vecchi schemi per poterci adattare ad un ambiente che è cambiato rispetto al passato, ripensando le modalità di immissione. Un aspetto molto importante di questa ricerca è che il protocollo utilizzato, che vede la supervisione di ISPRA è applicabile non solo a tutti i territori all’interno dell’area di progetto, ma essendo standardizzato è esportabile in altre regioni. L’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Emilia Romagna ha collaborato al progetto: presente il Dott. Antonio Lavazza, a capo del dipartimento di tutela e salute animale, nonché Responsabile del centro di referenza nazionale delle malattie dei lagomorfi, che ha sottolineato l’importanza di spendere i risultati di questo studio nella quotidianità e di coinvolgere sempre più cittadini nelle operazioni di sorveglianza sanitaria, secondo la visione One Health, ossia un modello sanitario basato sul riconoscimento che la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema sono legate indissolubilmente.
Disponibilità economiche
Simbolica la chiusura dei lavori da parte del Vice presidente nazionale Mauro Cavallari, che nel 2016, in qualità di Presidente regionale di Federcaccia Lombardia, ha voluto fortemente la realizzazione di questo progetto. Cavallari ha auspicato che il modello di ricerca venga esportato in altre regioni, affermando che Federcaccia continuerà ad investire nella ricerca per difendere la nostra passione “con i fatti e non con le parole”. “Il ringraziamento più grande – ha concluso il Presidente Bertacchi – va ai nostri tesserati per la fiducia che ripongono in Federcaccia, confermando l’iscrizione anno dopo anno e garantendo così le necessarie disponibilità economiche: siamo certi d’altra parte che questa sia l’unica strada per tener viva la nostra passione. Lunga vita alla Lepre e ai suoi Cacciatori!” (fonte: FIDC).